Sulla legge di
Stabilità in questi giorni la scuola si gioca la propria …
in-stabilità!
Pare che il ministro Maria Chiara Carrozza abbia presentato un disegno
di legge delega su Istruzione, Università e Ricerca. I disegni di
legge, collegati alla legge di stabilità, di norma sono sottratti al
dibattito parlamentare; e ciò fa pensare che, ancora una volta, sarà il
Governo,( ma quale? ), a decidere, "motu proprio", sulle sorti della
scuola, senza, come al solito, prestare ascolto alle istanze e ai
bisogni concreti e improrogabili e sacrosanti della
base, di chi la scuola la vive dal di dentro e la fa ogni giorno con
grande spirito di sacrificio e passione, e grandissima professionalità,
pur nell’estrema precarietà del proprio stato giuridico ed
economico !
In codesta legge delega si parla di tutto; promesse ce n’è per
tutti. Ma di sicuro pare che non ci sia niente per nessuno, anche
perché, tra l’altro: stato giuridico, salari, riforma degli organi
collegiali, e quant’altro, sono tutte cose collegate alla famigerata
legge di Stabilità che - come si sa - oltre che prevedere la
riduzione della spesa degli investimenti per la scuola statale, per
aumentarla a vantaggio delle scuole private, ha procrastinato il blocco dei contratti, non rinnovati, peraltro, da 4 anni.
È bene, dunque, stare all’erta! E’ bene non fidarsi di certe promesse
fatte in "politichese"; perché senza
soldi non si canta messa! Questo litigioso e ondivago
Governo delle larghe(?) intese, che sembra, in certe situazioni, e per
certi casi, comportarsi come un Robin Hood all’incontrario, potrebbe
riservare per l’Istruzione e per la scuola pubblica, in ciò che ci
riguarda, delle amare sorprese!
Stiano vigili e attenti e irremovibili, dunque, docenti e
studenti nella difesa dei fulcri vitali, (e non negoziabili), del loro
lavoro, delle loro richieste, del loro ruolo e della loro
funzione: libertà di insegnamento, partecipazione, pluralismo,
rispetto e investimenti sostanziosi per la scuola pubblica, lavoro e
occupazione, sono valori irrinunciabili!
E’ bene e giusto ricordare che non ci sarebbe vera crescita etica e
culturale, né vera democrazia e civiltà, né futuro di libertà e di
progresso per questo belpaese, ove si avvilisse, si dequalificasse, e
si misconoscesse, il ruolo e la funzione dei docenti nella/della
scuola pubblica, e ove venisse meno la certezza del loro diritto ad
avere la giusta mercede e il doveroso riconoscimento sociale
confacente al loro non facile e assai delicato compito
pedagogico- educativo!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com