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Precariato: I Docenti precari abilitati di II fascia G.I. scrivono al Presidente della Repubblica Mattarella

Opinioni
Preg.mo Sig. Presidente della Repubblica,
complimentandoci per la Sua elezione e augurandoLe buon lavoro, certi che Saprà orientare il timone della Nazione nella direzione di quei valori di giustizia e legalità che hanno da sempre contraddistinto la Sua vita e il Suo operato, ci rivolgiamo ad Ella come rappresentante di tutti gli Italiani e per la Sua esperienza di Ministro dell’Istruzione.
Siamo certi che non vorrà farci mancare il suo sostegno, anche per la grande attenzione recentemente dimostrata nei confronti del precariato scolastico in qualità di membro della Corte Costituzionale, rinviando alla Corte di Giustizia Europea il giudizio su un argomento così delicato come l’abuso dei contratti a tempo determinato da parte dello Stato.
I ruoli istituzionali da Lei ricoperti in passato con misura ed equilibrio Le permetteranno, certamente, di ben comprendere il problema che vogliamo sottoporLe e con esso le ingiustizie e la negazione dei diritti che la nostra categoria di docenti abilitati di Stato sta subendo.

I docenti oggi inseriti nella II fascia di istituto hanno conseguito l'abilitazione con i nuovi corsi abilitanti universitari annuali, denominati TFA (Tirocini Formativi Attivi con selezione in ingresso) e PAS (Percorsi Abilitanti Speciali, riservati a coloro che hanno maturato tre anni di servizio).
In entrambi i casi, sono stati previsti esami intermedi ed esami finali non dissimili da quelli sostenuti dai colleghi abilitati con le vecchie SISS e con i percorsi abilitanti speciali, personale inserito nelle graduatorie permanenti (oggi ad esaurimento, GaE) valide per il reclutamento e, quindi, per il ruolo e la stabilizzazione.
Tali percorsi, oltre ad aver comportato notevoli investimenti in denaro (da 2.500 a 5.000 Euro), hanno richiesto un carico di lavoro non indifferente, ulteriormente aggravato dalla necessità di conciliare i tempi di studio coi tempi di lavoro, al quale non ci siamo mai sottratti, consentendo così il regolare svolgimento delle attività didattiche.
L'attuale Governo, per la prima volta nella storia del reclutamento del personale docente in Italia, ha sancito un’incomprensibile disparità di trattamento tra abilitati, negando il nostro accesso ad una graduatoria per il ruolo e limitando la validità dell'abilitazione posseduta alla sola possibilità di svolgere supplenze.

Lo stesso Governo intende reclutare i nuovi docenti, da un lato, attraverso lo svuotamento delle GaE  e delle G.M. e, dall’altro, attraverso un nuovo concorso, che sarebbe però aperto a tutti, anche laureati privi di abilitazione.
La cosa assurda è che lo Stato già dispone del personale docente di cui ha bisogno: i docenti abilitati inseriti nella II fascia delle Graduatorie di Istituto, personale già selezionato e formato, che da anni permette alle scuole di andare avanti, spesso coprendo le carenze di organico e lavorando nelle sedi più disagiate che altri rifiutano. A questo personale capace di stare in classe, formare e valutare gli alunni, da un lato si permette di insegnare, perché abilitato a farlo, e dall’altro si richiede di superare un nuovo concorso (cui saranno destinati solo i posti che residueranno da questa grande tornata di immissioni) per poter essere assunti, cioè per insegnare stabilmente.
Molti di noi sono docenti con esperienza decennale, che si trovano oggi di fronte alla perentoria richiesta del Governo: “rimettevi ai nastri di partenza e rifate un concorso, altrimenti cambiate lavoro!”.
Nei bandi abilitanti, del resto, c’era scritto che il numero di persone da abilitare era calcolato sul fabbisogno effettivo dei posti mancanti, creando legittime aspettative nei partecipanti, mentre adesso, facendoci passare per un nuovo concorso aperto a tutti, ci si dice che la nostra abilitazione equivale a carta straccia.

Il motivo addotto dal governo è che tale titolo abilitante, conseguito tramite PAS e TFA, non ha valore concorsuale e, pertanto, non rispetterebbe l’art. 97 della Costituzione che recita così: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.
Salvo i casi stabiliti dalla legge, appunto.
Del resto, Sig. Presidente, anche agli idonei dell’ultimo concorso, secondo il bando, era preclusa l’assunzione in quanto neanche abilitati e, invece, per decisione governativa (che in questo caso ha cambiato idea e regole in corsa), è ora previsto che entrino di ruolo insieme ai vincitori e agli abilitati in GAE. Un’ulteriore deroga, ancora più clamorosa, è stata concessa ai cosiddetti “congelati SISS” (ossia agli iscritti alla SISS che, per motivi di studio, non hanno potuto frequentare quei percorsi abilitanti chiusi nel 2008): a costoro è stato permesso di abilitarsi seguendo i corsi TFA o PAS e di entrare quindi in GaE, creando una paradossale disparità tra chi ha superato l’esame finale e ha ottenuto il lasciapassare per il ruolo e chi, invece, iscritto regolarmente a TFA e PAS secondo le normali procedure, pur avendo superato lo stesso identico esame, non ha ottenuto il medesimo diritto.
Se, poi, i recenti corsi abilitanti hanno questo scarso valore, non si capisce la necessità avvertita da questo Governo di avviare un secondo ciclo TFA. Alla luce della riforma prospettata, sorge il sospetto che, anziché nell’interesse dei cittadini, questo sia stato fatto unicamente al fine di rimpinguare le casse delle Università, a discapito di tutte quelle persone che ancora continuano a credere nell’insegnamento.

L’Italia sarebbe l’unico paese, a quanto ci risulta, a selezionare con un triplice sbarramento in ingresso e a far formare a proprie spese migliaia di cittadini, con il solo scopo di permettergli qualche breve supplenza, mentre per essere assunti occorre partecipare nuovamente ad una selezione/concorso.
Ci preme poi farle notare che la guida “la buona scuola” nasconde  alcune maliziose bugie, fonte di gravi ingiustizie. Alla Laurea in Scienze della Formazione Primaria, fino al biennio 2007-2008, era riconosciuto valore abilitante con conseguente inserimento diretto nelle GAE, se ciò è stato possibile, deve esserlo anche per i Diplomati Magistrali che il Consiglio di Stato nel 2013 ha riconosciuto “abilitati”, e quindi con diritto all’accesso alle GAE con valore retroattivo. I diplomati magistrali con servizio, ai quali è stata negata una grande opportunità come quella del ruolo, o comunque degli incarichi annuali da provveditorato, chiedono oggi giustizia in quanto relegati ingiustamente per oltre 12 anni in terza fascia di istituto.
La legge è al servizio dei cittadini, e non viceversa, e siamo certi che esista un modo per rendere anche la Graduatoria di Istituto di II fascia a scorrimento e valida per il reclutamento (magari in subordine allo svuotamento delle GaE), entro un periodo transitorio della durata di qualche anno, in attesa dell’entrata a regime della nuova forma di reclutamento prevista dalla riforma. Dobbiamo, però, constatare che manca la volontà politica di affrontare le problematiche sopra esposte e anche la disponibilità all'ascolto e questo, per un Governo che ha fatto proprio di tale disponibilità la propria bandiera, ci appare inaccettabile e lesivo della dignità dei cittadini.

Risulta altrettanto inaccettabile, Sig. Presidente, che proprio questo Governo, che annuncia il superamento della disparità di trattamento tra lavoratori di serie A (a tempo indeterminato) e lavoratori di serie B (a tempo determinato, co.co.pro, ecc.), stia creando un modello così profondamente iniquo all'interno del mondo della scuola: una vera e propria discriminazione tra docenti abilitati di serie A (GaE) e di serie B (II fascia).
Il piano del Governo rischia di cancellare le carriere di migliaia di persone che hanno avuto il solo torto di credere nello Stato ed avergli dedicato anni di lavoro, investimenti, passione e dedizione.
Si rischia di gettare nella disperazione migliaia di persone e di famiglie di docenti abilitati a causa di una Legge dello Stato trasformatasi, poi, in inganno. Persone con lauree, abilitazioni, master e dottorati, che rischiano di diventare il futuro sottoproletariato sociale.

Anche il mondo sindacale, a partire da CGIL, CISL e UIL, si è stretto, anche se tardivamente, attorno alla nostre rivendicazioni, che sfoceranno nella manifestazione indetta a Roma il prossimo 17 marzo.
Siamo certi, Sig. Presidente, che almeno Lei non rimarrà insensibile dinanzi alle nostre legittime rivendicazioni e La ringraziamo per l’attenzione e l’impegno che vorrà rivolgere a questa delicata questione che riguarda migliaia di persone che hanno scelto di dedicare la propria vita alla formazione delle future generazioni e che stanno vivendo ore di grande angoscia per le incomprensibili decisioni di questo Governo.

Docenti precari abilitati di II fascia G.I.








Postato il Giovedì, 05 marzo 2015 ore 08:00:00 CET di Michelangelo Nicotra
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