Questo
pensiero lo dedichiamo alla cara memoria di Mario Luzi, com'è doveroso
e giusto a conferma della nostra lunga e inossidabile amicizia. Noi non
lo possiamo cancellare dalla nostra memoria, poiché lui fa parte della
nostra stessa vicenda umana, morale e intellettuale. Noi lo proponemmo
per la cittadinanza onoraria a Massa e l'avrebbe ricevuta se non si
fosse verificata la sua scomparsa, il 28 febbraio 2005. A Massa egli si
sentiva di casa, e aveva molti amici, e chiedeva di loro, ed era
impaziente nel ricevere notizie rassicuranti sul loro conto. La sua
scomparsa ci colse di sorpresa e ci lasciò sgomenti.
Mario Luzi fa parte della storia dei nostri incontri culturali, dei
nostri corsi di aggiornamento, della nostra stessa vicenda esistenziale
ed intellettuale, essendo stato docente al Liceo Classico "Pellegrino
Rossi" di Massa in tempi lontani e protagonista e animatore della
cultura massese. Io personalmente l'ho invitato più volte, assieme al
prof. Salvatore Ragonesi, già preside di quel Liceo ed efficace e
pugnace teorizzatore di una nuova e feconda storia locale in stretta
relazione con quella nazionale. E tutti lo hanno potuto ascoltare a
Massa nei convegni che sono stati organizzati nel Liceo e nella Villa
Cuturi di Marina da me e dal professore Ragonesi. E Luzi parlava di
poetica e di poesia moderna, del simbolismo francese e del realismo
europeo. E abbiamo ascoltato le sue liriche più belle dalla bocca
suadente e competente di Pamela Villoresi. Non posso dimenticare la sua
commozione, e la commozione di tutti, quando Pamela declamò alcune
delle sue poesie d'amore nell'Auditorium di Villa Cuturi.
Luzi rimane dunque con noi che ne abbiamo alimentato e ne alimentiamo
la memoria e che siamo stati testimoni e sostenitori della sua
affermazione, quando era ancora in vita ed era vittima
dell'emarginazione e della scarsa stima tra i critici della domenica,
quelli che scrivono su giornali e riviste e pensano di essere i padroni
assoluti della letteratura. Nella biografia luziana Massa deve essere
considerata una tappa importante, com'è giusto che sia. Qui si trovano
i suoi maggiori interpreti, a cominciare dal professore Ragonesi che,
senza tanto clamore, ne ha messo in luce e studiato la poetica
del nuovo realismo metafisico in rapporto alla grandezza e
originalità della sua poesia. Questa è la verità storica ed effettuale,
e nessuno potrà nasconderla ed alterarla.
Luzi,per noi che l'abbiamo conosciuto davvero, non è solo il grande
poeta, anche il saggista ed il critico letterario,lo studioso ed il
docente universitario, l'uomo integro, umile e buono, sincero e onesto,
generoso e coraggioso. Luzi ha svolto una lunga battaglia in difesa di
un'idea non peregrina della letteratura e della lirica e l'ha
affrontata con coraggio e dignità quando il vento sembrava favorevole
al materialismo positivista e marxista. Egli mai si è sottratto al
confronto e all'enunciazione delle sue opinioni, anche se esse non
erano del tutto conformi e allineate con i potenti di turno. Anche per
questo motivo noi gli siamo legati e gli siamo ancora grati.
Chi vuole le prove di ciò che sto dicendo, può andare a rileggere le
pagine della raccolta di saggi intitolata "Tutto in questione"
(Vallecchi 1965) riscoperta dal professore Ragonesi e da lui
egregiamente commentata, che mostra un Luzi battagliero e impavido
scendere in campo per la difesa della sua concezione dell'arte e della
poesia: "Ma teniamo ad affermare che per coloro per i quali il marxismo
non interpreta tutta la realtà, e non sono così pochi, il dramma, ben
diverso, della conoscenza, antico quanto l'uomo, continua ed è esso
stesso vita e fonte possibile di poesia come fu sempre" .Così diceva
Luzi negli anni Cinquanta del Novecento e il professore Ragonesi ne
esalta l'intelligenza critica e la forza estetica fondata sul nuovo
realismo. Questa è la premessa di una letteratura libera e indipendente.
prof. Nicola Costantino