1 minore su 5
non fa attività motorie nel tempo libero, nel 27% dei casi per
difficoltà economiche; 4 ragazzi su 10 si muovono in auto - Quasi un
bambino su cinque (17%) in Italia non fa sport nel tempo libero e per
il 27% di loro la motivazione deve essere ricercata nella mancanza di
possibilità economiche delle famiglie di affrontare questa spesa.
Circa un minore su dieci, invece, non pratica attività motorie neppure
a scuola (11%), per mancanza di spazi attrezzati o per l’assenza di
attività nel programma scolastico. Questi i dati principali che
emergono dalla ricerca “Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi”,
realizzata da Ipsos[1] per Save the Children e Gruppo Mondelēz in
Italia e presentata oggi ad Expo 2015, in occasione dei quattro anni di
“Pronti, Partenza, Via!”, progetto promosso da Save the Children
insieme a Mondelēz International Foundation nelle aree periferiche di
10 città italiane (Ancona e Aprilia, Bari, Catania, Genova, Milano,
Napoli, Palermo, Sassari e Torino) a favore della pratica motoria e
sportiva e dell’educazione alimentare dei bambini.
Il progetto, realizzato in partnership con Centro Sportivo Italiano
(CSI) e Unione Italiana Sport Per tutti (UISP) - con il patrocinio
della Società Italiana di Pediatria - ha coinvolto negli ultimi
quattro anni 96.000 beneficiari tra bambini e genitori e sono 1400 i
professionisti interessati nelle attività. Sulla scia dei risultati
raggiunti, Save the Children e Mondelēz International Foundation
hanno annunciato stamattina che il progetto verrà esteso fino al 2016 e
le buone pratiche consolidate in questi anni verranno proposte anche a
Roma, Brindisi, Gioiosa Ionica e Scalea, all’interno delle attività dei
Punti Luce di Save the Children, strutture “ad alta densità educativa”
dove bambini e adolescenti possono studiare, giocare, avere accesso ad
attività sportive, culturali e creative.
La ricerca Ipsos descrive bambini e ragazzi abbastanza attenti
all’alimentazione, che per una buona parte praticano attività sportiva,
ma passano anche tanto tempo chiusi in casa davanti alla televisione,
ai videogiochi o leggendo un libro. I ragazzi trascorrono in casa o a
casa di amici (62%) molto del loro tempo libero, anche perché non ci
sono spazi all’aperto dove incontrarsi o, anche quando ci sono, sono
sporchi e poco sicuri (66%). Solo il 44% dei ragazzi dichiara di
trascorrere con i genitori più di un’ora di tempo durante le giornate
lavorative, situazione che migliora nel weekend dove però quasi un
bambino su quattro (23%) passa comunque meno di un’ora al giorno in
attività coi propri genitori. Il tempo trascorso coi ragazzi in
famiglia è per lo più dedicato a fare delle passeggiate (58%) e solo
poco più di uno su tre va a visitare qualcosa (34%), uno su quattro va
al cinema (25%) e meno di uno su cinque fa attività sportiva coi
genitori (18%). Quando i ragazzi sono a casa, in media trascorrono 55
minuti al giorno su internet, 47 minuti giocando con i videogame; dal
lunedì al venerdì passano in media 71 minuti al giorno davanti alla TV,
tempo che si allunga a 84 minuti nei fine settimana. Il 12% di loro sta
davanti alla televisione più di tre ore al giorno durante i giorni
feriali, percentuale che sale al 20% nel weekend. Circa uno su sei sta
su internet e gioca ai videogame per lo stesso lasso di tempo.
La considerazione che i ragazzi hanno dell’importanza della pratica
sportiva e dell’attività motoria resta bassa: solo per meno della metà
degli intervistati “uno che pratica sport viene considerato molto bene,
perché piacciono i ragazzi sportivi” (46%). Per uno su tre questo
elemento non è rilevante per la “popolarità” tra i coetanei (32%) e più
di uno su cinque dichiara che tra amici bisogna invece saperne di
videogiochi, campionato di calcio e cartoni animati (22%).
Le occasioni di sport e movimento non si esauriscono però nella pratica
sportiva e la sedentarietà dei ragazzi si conferma un tratto
distintivo: un intervistato su quattro dichiara di camminare non più di
15 minuti al giorno, dato che aumenta a uno su tre nel Centro Italia;
solo il 4% afferma di percorrere a piedi più di un’ora al giorno. Due
su cinque vanno a scuola accompagnati in macchina da un familiare e gli
altri si muovono utilizzando mezzi pubblici (17%), a piedi (28%) o con
la bicicletta (15%). Tra i ragazzi che utilizzano la bicicletta, si
segnala un incremento del 6% rispetto alla precedente rilevazione[2]
nell’utilizzo delle due ruote, percentuale che sale fino al 22% tra i
ragazzi fra gli 11 e i 13 anni.
Se da un lato i genitori non sono molto presenti in casa con i ragazzi,
spesso a causa degli impegni lavorativi, quasi tutti considerano
importante che i propri figli vadano bene a scuola (95%) e che
pratichino attività sportive (90%). Quasi 4 genitori su 5 (77%)
dichiarano di “essere attenti a fornire alimenti salutari durante i
pasti”. L’87% afferma di conoscere le regole base dell’alimentazione
che favoriscono la crescita equilibrata dei propri figli. È grazie alle
tradizioni imparate dalla famiglia d’origine(40%) che i genitori sanno
quali sono gli alimenti da mettere sulla tavola per i propri figli, ma
nella messa in pratica quotidiana sono meno rigidi: infatti per ben il
32% si tratta di una applicazione solo occasionale.
Il ruolo dei pediatri è invece molto importante per l’educazione
alimentare dei propri figli, secondo quanto dichiarano i genitori
intervistati: il 56% di loro vorrebbe che fosse proprio il pediatra a
fornire loro le informazioni necessarie ad una corretta pratica
alimentare e il 19% si aspetta che questi suggerimenti arrivino dagli
insegnanti dei figli a scuola.
Ma cosa mangiano questi ragazzi? Secondo quanto dichiarano i loro
genitori, il 74% di loro mangia frutta e verdura almeno una volta al
giorno, ma il 22% dei bambini e ragazzi non ha l’abitudine di fare
colazione tutte le mattine. Un bambino su due mangia a pranzo con
almeno un genitore (52%) e il 27% lo fa a mensa con i compagni. A cena
la famiglia italiana sembra riunirsi intorno al tavolo: l’87% dei
ragazzi dichiara infatti di cenare sempre o quasi con i genitori.
Quattro bambini su 10 affermano però di farlo ogni giorno con la TV
accesa.
Bambini e ragazzi troppo spesso in casa, sognano un parco con alberi e
panchine per stare con gli amici.
I bambini e gli adolescenti passano gran parte del loro tempo libero
chiusi in casa o a casa di amici, stando a quanto riporta il 62% dei
genitori intervistati. Sono tantissimi i genitori che denunciano la
mancanza di luoghi all’aperto dove i loro figli possano incontrarsi con
gli amici (33%), dato che cresce in particolare al Sud e nelle isole,
raggiungendo il 44%. Anche laddove questi luoghi ci sono, spesso non vi
sono le condizioni igieniche e di sicurezza necessarie (33%).
La percezione dei genitori della mancanza di luoghi pubblici nei
quartieri dove i figli possano giocare è abbastanza simile a quella dei
ragazzi. Solo poco più di 6 su 10 raccontano che nel loro quartiere c’è
un giardino o un parco giochi. Circa tre su dieci affermano di poter
contare su un campo sportivo, una piazzetta senza macchine, una
palestra; poco più di due su dieci hanno una piscina nel quartiere e
altrettanti una pista dove poter andare coi pattini, in bicicletta o
sullo skateboard.
La carenza di luoghi di aggregazione incide sicuramente sulla scelta di
passare del tempo in casa. Il 57% di loro passa il tempo ascoltando la
musica, il 49% legge, il 22% afferma di aiutare in casa nei lavori
domestici, il 17% suona uno strumento musicale. Ma cosa vorrebbero
realmente fare questi ragazzi nel loro tempo libero? Cosa vorrebbero
nel loro quartiere? Il 36% di loro desidererebbe avere una pista dove
andare in bicicletta, sui pattini o sullo skateboard e il 34% ha il
sogno di poter avere una piscina nel quartiere. Il 28% di loro si
accontenterebbe di un parco giochi con le panchine, l’erba e gli alberi.
“Le difficoltà economiche delle famiglie e la mancanza di spazi
pubblici adeguati obbligano molti bambini e ragazzi a rimanere in casa
per lunghe ore. Per questo motivo rischiano di diventare sempre più
sedentari e disabituati a confrontarsi coi loro coetanei. Sono bambini
e ragazzi che, anche solo con un parco giochi, degli alberi e delle
panchine, potrebbero cambiare le loro abitudini, correndo meno il
rischio di perdere la socialità tipica della loro età”, spiega
Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children
Italia. “Sono troppi i ragazzi esclusi dall’opportunità di svolgere
sport e spesso queste attività sono relegate alle poche ore previste
nel programma scolastico e questo non basta a dare a questi bambini e
ragazzi la necessaria educazione all’attività fisica e al movimento”.
Genitori consapevoli dell’importanza di un’alimentazione sana, non
sempre mettono in pratica le regole della buona tavola
Bambini e ragazzi fanno dunque una vita piuttosto sedentaria, ma quali
sono le loro abitudini alimentari? I genitori sembrano essere
abbastanza consapevoli delle regole di base che favoriscono una
crescita equilibrata dei figli. Come accennato, seppure in maggioranza
(87%) consapevoli delle norme, i genitori si rifanno primariamente a
quanto radicato nella loro cultura famigliare (40%) e a quanto possono
apprendere leggendo (36%) o facendo riferimento al pediatra di fiducia
(29%), o attraverso gli insegnanti dei figli (7%). Nonostante le tante
trasmissioni televisive dedicate alla cucina, solo il 13% dei genitori
afferma di aver appreso queste regole della buona tavola dai media. C’è
però un preoccupante 13% dei genitori afferma però di non
conoscere alcuna regola di base per nutrire i propri figli in maniera
adeguata alla loro crescita sana, una percentuale cresciuta rispetto al
9% del 2011, che diventa ancora più alta nel Sud e nelle isole, dove
quasi 3 genitori su 10 dichiarano di non conoscere regole alimentari.
Un dato che sale tra coloro che hanno figli tra i 6 e i 10 anni (17%),
rispetto a quanto si rileva presso chi ha figli più grandi.
Ma tra il conoscere le regole e l’applicarle nella vita quotidiana, c’è
una bella differenza. Solo il 66% dei genitori dichiara di metterle in
pratica sempre o il più spesso possibile, percentuale che sale con il
crescere dell’età dei figli. Sono infatti i genitori dei ragazzi tra i
14 e i 17 quelli più attenti all’alimentazione dei propri figli e che
mettono maggiormente in pratica le regole della buona tavola (75%).
“Abbiamo voluto presentare questa ricerca sulle abitudini e gli stili
di vita dei bambini e dei ragazzi qui in Expo, perché per nutrire il
pianeta dobbiamo partire proprio da loro e da come vivono l’importanza
dell’alimentazione e dell’attività fisica nella loro vita”, continua
Raffaela Milano. “La ricerca ha fatto emergere anche quest’anno come i
genitori abbiano la percezione reale di alcuni problemi e per questo
dobbiamo sostenere i genitori nello sforzo quotidiano di far seguire ai
propri figli un’alimentazione corretta. C’è bisogno di più informazione
e i pediatri, le scuole e i media possono giocare un ruolo
significativo in questa partita”.
Sovrappeso e cattive abitudini alimentari. Troppi rischi per la salute
dei bambini e dei ragazzi.
Secondo quanto emerge dalla ricerca Ipsos, per un intervistato su
quattro il problema del sovrappeso e dell’obesità infantile
riguarderebbe oltre il 30% dei bambini, fenomeno che secondo il 65%
genitori è ancora più grave tra i bambini in età di scuola primaria.
Si consolidano inoltre abitudini poco sane, come quella di non fare la
prima colazione tutte le mattine, che si riscontra in media nel 22% -
pari a 1 su 5 - dei bambini e dei ragazzi, abitudine che peggiora col
crescere dell’età (29% tra i 14 e i 17 anni, 23% tra gli 11 e i 13
anni,15% fra i 6 e i 10 anni, e).Lo spuntino, invece, è una positiva
consuetudine che riguarda quasi 3 minori su 4 (74%), che dichiarano che
durante la settimana qualche volta o spesso mangiano fuori dai pasti
principali, di solito a metà pomeriggio (52%). Solo uno su tre dichiara
di fare la merenda sia a metà mattina che a metà pomeriggio, consumando
quindi i cinque pasti consigliati al giorno.
“Accanto a delle buone abitudini, si confermano quelle meno sane.
Consumo limitato di frutta e verdura, la pessima abitudine di non fare
colazione al mattino e saltare gli spuntini tra un pasto e l’altro non
aiutano. Soprattutto in un contesto in cui i bambini e i ragazzi
passano la maggior parte del loro tempo senza fare attività fisica e
sportiva. Le conseguenze sulla salute e sul benessere rischiano alla
lunga di diventare significativi”, afferma Raffaela Milano.
In 10 città italiane dal 2011 Save the Children e Mondelēz
International Foundation per promuovere sani stili di vita. Dal 2015 il
progetto esteso ad altre 4 città.
Save the Children ha promosso il progetto “Pronti, Partenza, Via” nel
2011 insieme a Mondelēz International Foundation e in partnership con
il Centro Sportivo Italiano (CSI) e l’Unione Italiana Sport Per tutti
(UISP) per sensibilizzare, informare e coinvolgere bambini, genitori,
insegnanti e operatori del settore e per promuovere uno stile di vita
più sano, soprattutto in aree particolarmente disagiate di alcune città
italiane. Il progetto è stato implementato nella sua prima fase ad
Aprilia, Ancona Bari, Catania, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Sassari
e Torino. I risultati ottenuti sono stati significativi, con circa
96mila beneficiari del progetto, 10 aree sportive e verdi – anche
pubbliche – che sono state riqualificate e utilizzate per attività
motorie e 1400 persone coinvolte, tra operatori, insegnanti pediatri,
nutrizionisti.
“L’intervento è consistito nel recupero e messa in opera di spazi come
campi da gioco, percorsi sportivi, spazi verdi, campi polivalenti,
skate e roller park, piste podistiche e ciclabili, con l’obiettivo di
farne dei luoghi aperti a tutto il quartiere, contribuendo così a
contrastare fenomeni di emarginazione ed esclusione sociale. Inoltre
sono state organizzate sessioni informative su alimentazione e stili di
vita salutari, all’interno delle scuole primarie e sono stati aperti 10
punti informativi dove le famiglie possono incontrare professionisti,
come nutrizionisti e pediatri”, spiega Raffaela Milano. “I due
partner CSI e UISP con i quali abbiamo percorso questi quattro anni di
strada sono stati fondamentali nell’implementazione di questo progetto
e anche grazie a loro abbiamo potuto creare e realizzare delle buone
pratiche per la diffusione di stili di vita più salutari per i nostri
bambini e ragazzi”.
“Stare bene per un bambino o un adolescente non ha un significato
legato solo alla salute, ma anche alla socialità e alla possibilità che
hanno di relazionarsi con il mondo che li circonda. Mondelēz
International Foundation ha creduto sin dall’inizio nell’importanza che
questo progetto poteva avere sulla vita di questi ragazzi e il successo
di questi anni ci ha spinto a continuare nel supporto che stiamo
offrendo a Save the Children per migliorare gli stili di vita di tanti
bambini che vivono in città dove spesso non hanno luoghi né opportunità
per fare l’attività fisica necessaria alla loro crescita. Per questo
oggi siamo lieti di annunciare non soltanto la continuazione del
progetto, ma la sua estensione ad altre quattro città”, ha dichiarato
Stefano Robba, Direttore Corporate Affairs Mondelēz. “Mondelez
International Foundation ha tra le proprie priorità la sicurezza
alimentare, la salute e il benessere dei consumatori, il rispetto
dell’ambiente e la sua sostenibilità. Ci piace ricordare tutto questo
qui oggi, all’interno di Expo, per ribadire l’importanza di stili di
vita salutari, dell’attività fisica, dell’equilibrio e del benessere
psicologico e dell’attenzione all’alimentazione. Come Gruppo leader
globale nel mercato dello snacking abbiamo il dovere di contribuire a
migliorare la vita delle persone sia attraverso i nostri prodotti e nel
modo in cui li produciamo, che attraverso la promozione di stili di
vita più sani, con progetti come quello realizzato insieme a Save the
Children”.
Dal 2015 “Pronti, Partenza, Via!” raggiungerà altre 4 città e verrà
esteso ai Punti Luce già esistenti a Roma (quartiere Torre Maura, in
collaborazione con Associazione Antropos onlus), Brindisi (in
collaborazione con Cooperativa Sociale Solidarietà e Rinnovamento),
Gioiosa Ionica (in collaborazione con Associazione Don Milani ONLUS) e
Scalea (in collaborazione con Libera).
Dopo aver ricevuto, a conclusione dei primi tre anni di attività del
progetto, una valutazione indipendente da un centro di ricerca
coadiuvato dall’Università La Sapienza di Roma, che ha testimoniato i
cambiamenti ottenuti, il quarto anno è stato monitorato e valutato da
un ricercatore indipendente attraverso un’attività di raccolta di dati
qualitativi sui cambiamenti avvenuti negli stili di vita, sulle azioni
progettuali realizzate, sui possibili miglioramenti e azioni da
intraprendere in futuro. Quest’analisi è stata realizzata grazie
all’utilizzo di focus group che hanno coinvolto genitori, insegnanti e
bambini. “La valutazione ci ha consentito di riscontrare tra i ragazzi
che hanno preso parte al progetto, una significativa riduzione delle
“cattive” scelte alimentari e un incremento sostanziale della loro
propensione a prendere parte ad attività sportive e motorie”, spiega
Raffaela Milano. “Uno dei risultati di cui andiamo più fieri è che
quasi tutti i bambini che hanno preso parte al progetto hanno capito
l’importanza della prima colazione e hanno aumentato la loro voglia di
fare sport e di muoversi. Inoltre hanno acquisito – grazie anche al
confronto coi coetanei – maggiore sicurezza in loro stessi e nella
capacità di relazionarsi con altri bambini e ragazzi come loro,
piuttosto che stare chiusi in casa a guardare la tv o a giocare da
soli”.
La ricerca è scaricabile dal link:
http://media.savethechildren.it/?r=5489&k=02ec75cdfa
E’ disponibile un video con bambini in attività qui (credit Francesco
Alesi/Save the Children):
http://media.savethechildren.it/?r=5490&k=010928542c
Sono disponibili foto di bambini coinvolti nel progetto “Pronti,
Partenza, Via!” al link: http://media.savethechildren.it/?c=64&k=df7993fcfa
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel 06. 48070023-63-71
ufficiostampa@savethechildren.org