Ormai siamo al
paradosso, all'inversione della realtà, a prendere dai malcapitati
dipendenti e trasferire il frutto della rapina a chi ha già tanti
soldi.
Oggi è l'ultima puntata di una sequenza di scelte antipopolari che gli
ultimi governi perseguono nei confronti di lavoratori e pensionati. Non
bastasse la vergogna delle ruberie di una classe politica, ormai più
adusa a gestire i propri affari e coprire i propri compari, assistiamo
all'ennesimo furto di soldi a disposizione per le salvaguardie degli
esodati e di chi è rimasto impigliato negli orrori della norma Fornero
sulle pensioni, sequestrando con un atto che definire
anticostituzionale è il minimo.
Vi è una legge approvata dallo Stato italiano che prevede un fondo
destinato alle salvaguardie fino alla risoluzione delle questioni
rimaste aperte.
In modo sfacciato, senza ritegno, stravolgendo regolamenti e leggi e
con il silenzio assordante di chi dovrebbe proteggerti e far rispettare
le leggi dello Stato e di un parlamento che dire inutile è poco,
sbeffeggiato nei suoi diritti come sono lo sono stati anche ad agosto
2014, quando è stato modificato l'emendamento su Q96.
Il MEF decide all'improvviso che i soldi non utilizzati, malgrado
l'interpretazione contraria del Ministero del Lavoro vengano incamerati
nel Bilancio dello Stato per poter assolvere alle promesse elettorali
che il nuovo governo in crisi nei sondaggi sta lanciando, in primo
luogo sulla tassa sulla prima casa.
Si intende tagliare le tasse sulla casa anche a chi ha appartamenti con
rendite elevate e a questo scopo si lasciano sulla strada migliaia di
persone senza più reddito (esodati) e anche chi aspetta da tre anni che
gli venga ripristinato un diritto ormai riconosciuto dal Parlamento in
più occasioni (Q96, personale viaggiante e altri).
Un Robin Hood al contrario! E si spaccia questo scippo come difesa
degli strati più in difficoltà, quando si sa che in queste operazioni i
maggiori risparmi li ottengono coloro che hanno rendite catastali più
elevate.
Nessun cambio di verso, ma solo la continuazione della politica che da
Monti in poi vede nel risparmio sulle pensioni l'unica politica atta a
far cassa, sia per risolvere il debito lasciato dagli sperperi dei
diversi governi, sia per poter risalire nei sondaggi elettorali in
vista delle prossime elezioni.
I Quota96 assistono ormai increduli a uno sfacciato uso delle
istituzioni, prigioniere del governo di turno, che invece di tassare
rendite e privilegi, usa il Bilancio dello Stato per le proprie mire
elettoralistiche.
In questi anni hanno continuato una battaglia insieme agli esodati, nel
silenzio complice dei sindacati concertativi, che mai si sono impegnati
in iniziative reali per costringere il governo ad affrontare tutta la
partita delle pensioni.
Insieme a esodati e macchinisti riprendono le iniziative per ottenere i
diritti che gli sono stati derubati, organizzando un primo presidio
davanti al Ministero Economia e Finanza a partire dalla prossima
settimana, mentre si preparano altre forme di lotta, anche legali.
Comitato lavoratori Quota96 Scuola