Che i
precari della scuola siano in rivolta è una cosa che quasi non fa più
notizia, vista la protesta quasi unanime in ogni angolo del Paese.
Però, come accade per tutti i fenomeni sociali, quando sono tanto
complessi, si perde nella complessità la drammaticità delle singole
realtà che la compongono e tutto si appiattisce in modo acritico, a
danno della comprensione e di una autentica possibilità di risolvere le
singole situazioni. E' il caso dei laureati in Scienze della formazione
primaria, il titolo che abilita all'insegnamento nella scuola primaria,
appunto. Fino al 2012 i docenti con questo titolo hanno avuto accesso
alle GAE, in base a criteri determinati dalla data di iscrizione al
corso universitario e al conseguimento del titolo. Ma da quando è stata
preclusa la possibilità di accedere alle graduatorie ad esaurimento,
per scelta politica, la sorte di questi docenti è stata incanalata nel
drammatico calderone del precariato scolastico, una delle macchie più
cupe della storia del sistema scolastico italiano.
Giustamente, da docenti, denunciamo continuamente i risvolti negativi
della condizione di precario sulle nostre vite professionali e
personale, ma sempre richiamiamo l'attenzione sul danno diffuso che il
precariato determina sull'intero sistema, a danno specialmente dei
protagonisti della scuola, gli alunni. L'attuale Governo ha “venduto”
fumo, ha promesso la cancellazione del precariato a partire da
quest'anno scolastico ma i fatti smentiscono i proclami demagogici,
molto simili ai più scadenti spot elettorali, visto che di fatto il
ricorso al contratto al precariato è, quest'anno come gli anni passati,
assolutamente identico.
I docenti neoassunti realmente in servizio sono quelli che hanno
coperto i posti lasciati vuoti dai pensionamenti, mentre quelli del
piano straordinario, in tutto poco più di ottomila, entreranno
fisicamente nelle scuole a partire dal prossimo anno scolastico. I
posti vacanti, quindi, non sono diminuiti, anzi, come denunciano le
scuole, i dirigenti, le associazioni, ecc., sono rimasti migliaia,
specie sulle funzioni più importanti e delicate come il sostegno, a
scapito proprio del progetto di inclusione che la scuola deve
garantire. Il settore scolastico, poi, maggiormente penalizzato è
proprio quello della scuola primaria, carente di docenti in posizione
assumibile, secondo l'imbuto deciso dalla legge 107, che ha escluso dal
piano di assunzione tutti i docenti formati e specializzati non
iscritti nelle famigerate GAE, semplicemente sulla base di norme
arbitrarie, non dati oggettivi, come appunto sono i titoli e le
specializzazioni conseguite.
I laureati in Scienze dalla formazione primaria, che hanno conseguito
un titolo di studi identico ai loro colleghi delle GAE, che hanno
conseguito il proprio titolo e la propria specializzazione nel sostegno
successivamente alla chiusura delle Graduatorie ad esaurimento, pur a
parità di titolo e di percorso formativo dei colleghi anagraficamente
più fortunati si troveranno a svolgere da precari il loro lavoro, pur
in presenza di migliaia di posti vacanti e pronti per il ruolo. Come
sempre “figli e figliastri”, in rapporto ad una legge iniqua e
discriminante che non tiene conte né delle prerogative del sistema, né
della professionalità dei docenti, né della ricaduta negativa
sull'andamento della “vera” scuola, non quella fittizia che esiste solo
nella mente dei legislatori.
La vicenda giudiziaria poi nella quale sono rimasti incastrati questi
docenti che hanno dovuto ricorrere al contenzioso per far emergere le
contraddizioni di cui sono vittime, li ha esclusi momentaneamente dal
piano di assunzioni, pure in presenza di un parere favorevole del
Consiglio di Stato, a causa di uno slittamento di un mese della data
dell'udienza che dovrà definitivamente ammettere in GAE, quindi rendere
assumibili, i ricorrenti...
L'anno scolastico sarà già iniziato, sarà il caos quando questi
ricorrenti, in caso di accoglimento, rivendicheranno il loro diritto,
ma al MIUR sembra non interessare, dal momento che non ha usato il
semplice buon senso per disporre ed agire. E tutti quelli che non hanno
ricorso? Può un sistema statale reggersi sul rispetto del diritto
unicamente nelle aule dei Tribunali? Temiamo che siano domande
retoriche che cadranno ancora una volta nel vuoto, viste le resistenze
politiche a ragionare sui dati e sulle reali necessità del sistema.
Troviamo illogico e irrazionale, essenzialmente in ragione delle reale
necessità strutturale della scuola di docenti specializzati, quali sono
la maggior parte dei laureati in Scienze della formazione primaria, far
slittare di chissà quanto l'assunzione di questi insegnati, anche e
soprattutto attraverso un concorso, inutile ulteriore dispendio di
tempo e di denaro pubblico. Continueremo a denunciare la questione sia
a livello politico che istituzionale, convinti che la questione debba
essere risolta in maniera razionale ed efficace.
Valeria Bruccola
adida.associazione@gmail.com