L'arte
non è un semplice esercizio ginnico per occupare le ore libere da
altri impegni esistenziali più pressanti, ma un'attività molto seria
che comporta fatica, concentrazione e studio. E l'artista
carrarese Patrizia Pianini è un ottimo modello di
ricercatrice e di sperimentatrice che dedica al lavoro artistico il suo
tempo migliore, le sue energie più fresche e la sua spontaneità
produttiva e creativa, quella più libera e autentica. Ella
vuole realizzare la sua idea, frutto della sua cultura e della sua
forte immaginazione, e vuole metterla subito sulla tela e poi si
accorge che i suoi mezzi espressivi straordinari la costringono a
mantenersi entro i confini della normalità intuitiva e comunicativa. Il
suo amore profondo e quasi esclusivo per l'arte le fornisce
emozioni e percezioni che vengono perciò mediate da una intelligenza
pronta e capace di comporre l'opera con attenzione ed equilibrio,
passando e ripassando attraverso uno studio paziente ed accurato
ed una fantasia bene orientata sotto il profilo
estetico.
Questo è in effetti il percorso di progettazione, formazione e
strutturazione materiale dell'opera da parte della Pianini, la cui
intuizione provvede a inventare ed inverare nuove tecniche e ad usare
nuovi materiali, ferma restando però la necessità di una ricognizione
estetica adeguata e di una comunicazione intelligibile. Così si
sviluppa la particolare creatività dell'Artista e la messa a punto di
lavori che scuotono il cuore e la mente di colui che riesce a
comprendere la radicalità dell'opera, e attivano fortissime e
straordinarie emozioni pur nella rappresentazione ordinaria delle cose.
La natura morta diventa nelle sue mani e nei suoi materiali natura
vivente, e le onde marine, la tempesta nell'oceano, le spiagge
sconvolte e travolte dalla furia del vento e del mare, ecc. diventano
l'oggetto ed il soggetto di una ricostruzione naturalistica
che possiamo considerare con qualche buona ragione di marca pienamente
neorinascimentale, in termini sia filosofici che artistici.
La filosofia della natura del Rinascimento è una acquisizione
importante che non può decadere nelle nebbie della modernità: essa
mostra tutta la sua vitalità e attualità con la visione dinamica e non
meccanica o materialistica dei fenomeni, con
l'umanizzazione di ogni essere vivente e con la mitologia riesplorata e
riscoperta nella sua dimensione metaforica. Si tratta di una filosofia
che Patrizia Pianini rielabora alla luce delle sue esperienze
professionali e forse dei suoi studi compiuti nell'Università di
Firenze con il più grande rinascimentista qual è stato e rimane
l'indimenticato filologo e storico della filosofia Eugenio Garin,
autore di opere fondamentali sul Rinascimento italiano edite
soprattutto da Laterza. Il naturalismo rinascimentale trova i suoi
interpreti maggiori in Marsilio Ficino, Bernardino Telesio e Giordano
Bruno, e proprio quest'ultimo, assimilato in profondità dalla
Pianini, esprime la sintesi più alta e penetrante della filosofia
rinascimentale proponendo la nuova interpretazione cosmologica di
matrice copernicana e la rappresentazione concettuale
più brillante di ogni essere della natura come particella
dinamica e attiva di una realtà infinita, antropomorfizzata,
spiritualizzata e divinizzata; mentre in campo artistico la sintesi
suprema viene fornita dai vari Botticelli, Mantegna, Tiziano,
Raffaello, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, tutti artisti
studiati,analizzati puntualmente e osservati con molta
sistematicità e interesse dall'Artista carrarese.
L'insegnante ecologista e ambientalista Patrizia Pianini dimostra di
essere consapevole del valore artistico e culturale del movimento
naturalista rinascimentale e da esso ricava ispirazione e forza,
presentando un'arte i cui contenuti sono dati, appunto, dagli
elementi naturali, e cioè dai fiumi, dai laghi, dai ghiacciai, dal
cielo, dai mari, dalla tempesta, dalle vertiginose cascate, dai fiori,
dagli alberi, dai boschi, dai paesaggi desertificati ma di struggente
bellezza ed intensità, ecc.; e dove il figurativo non scompare poiché
esso va ricercato nelle pieghe del tessuto naturale, nelle forme
suggestive, nei colori e negli elementi primordiali ed informi che
compongono ogni tela. E questa è insomma l'originalità del lavoro, nel
quale la natura morta diventa una natura vivente e dinamica
suscettibile di parlare e dialogare con l'umano e di intervenire
teleologicamente nella storia degli umani. E ciò suscita
ammirazione o tristezza, emozione e comprensione, ed anche un senso di
godimento estetico per una natura vista e percepita in tutti i suoi
dettagli, nelle sue diverse articolazioni di luci e di ombre e nella
sua varia fenomenologia dello spirito. La potenza dell'intuizione può
approdare, e approda, a risultati eccezionali, là dove trova un terreno
fertile e bene alimentato dall'intelligenza. Ritengo pertanto che
l'Artista meriti una circolazione ed un apprezzamento che
superino i confini regionali della sua Toscana.
prof. Salvatore Ragonesi