
La Commissione ha rilevato che sono stati finanziati progetti (corsi) che non avevano i requisiti e alcuni, presentati dagli enti gestori, dopo la scadenza del bando e quindi la Regione non avrebbe mai dovuto fare quelle spese e meno che mai avrebbe dovuto ingaggiare “consulenti esterni” privi di qualifica, giustificativi di spesa e spese non attinenti ai progetti medesimi e alcune contabilizzate in modo inappropriato.
Irregolarità gravi, secondo Bruxelles, a causa delle carenze nei sistemi di gestione e di controllo definite “sistematiche”.
Scontata la reazione della Regione che nega quanto contestato e fa sapere che avvierà un ricorso alla corte di giustizia europea tramite Avvocatura dello Stato.
Intanto in tempo di iscrizioni scolastiche, i genitori ed i giovani siciliani devono fare i conti anche con i corsi on-off dei Centri di Formazione Professionale (CFP) alternativi alla scuola pubblica statale.
La Sicilia, assieme a Piemonte, Lazio, Lombardia, Molise e Veneto, sulla carta ha aderito all’accordo Regioni-Miur, ma adesso – a differenza delle altre Regioni italiane citate – bisognerà capire se e quando i ragazzi che opteranno per i CFP avranno una vera opportunità formativa.
Ceripnews.it