Il ministero
dell'Istruzione ha siglato il programma con 16 organizzazioni, tra cui
il colosso americano del fast food: a disposizione10mila percorsi per
gli studenti delle superiori. Scelta che fa discutere. Moige: "Siamo
convinti e vogliamo credere che questo non sia l’escamotage per avere
persone che lavorano gratuitamente in cucina"
L’alternanza scuola-lavoro sbarca tra double cheeseburger, big mac e
chicken country. A scegliere McDonald’s tra le 16 organizzazioni che
metteranno a disposizione circa 27mila percorsi per gli studenti delle
scuole secondarie superiori è il ministero dell’Istruzione, che
lasciate alle spalle le critiche sul colosso americano ha deciso di
mandare i ragazzi italiani ad imparare a lavorare nei ristoranti di
tutt’Italia con la “M” gialla. McDonald’s ha assicurato 10mila percorsi
in 500 locali su tutto il territorio nazionale, dalla Valle d’Aosta
alla Sicilia. La multinazionale ha persino aperto una campagna ad hoc:
“Benvenuti studenti”. I ragazzi nei ristoranti avranno a disposizione
un tutor cui si potranno rivolgere in ogni momento e svolgeranno
attività di accoglienza e relazione con il pubblico. Un face to face
preceduto da momenti di formazione in aula e di “training on the job”.
L’obiettivo è quello di insegnare loro le competenze di carattere
relazionale e di comunicazione interpersonale fondamentali per
approcciare al meglio il mondo del lavoro. Una scelta destinata a far
discutere. Sul piede di guerra ci sono mamme e papà vegani e molti
altri che lottano per convincere i figli a non andare da McDonald’s.
Qualche perplessità arriva anche dal Movimento italiano genitori che
salvaguardia in ogni caso l’esperienza: “Da padre – spiega Antonio
Affinita, direttore generale del Moige – avrei preferito mandare mio
figlio in una splendida azienda agricola italiana ma allo stesso tempo
non posso escludere McDonald’s a priori. L’alternanza scuola-lavoro è
sempre e comunque un valore fermo restando che i ragazzi devono fare
un’esperienza utile dove i loro diritti sono garantiti. Ci auguriamo
che nell’ambito dell’accordo con il ministero vi siano anche dei
controlli. Oggi i ragazzi non hanno la cultura del lavoro; se possono
impararla in un ristorante McDonald’s, benvenga questa esperienza. Non
entriamo in merito alla natura tecnica, non spetta a noi fare questo
tipo di valutazioni. Siamo convinti e vogliamo credere che questo non
sia l’escamotage per avere persone che lavorano gratuitamente in
cucina. Aspettiamo di vedere le modalità. Se la cultura aziendale la
imparano in un ristorante del colosso americano non ho nulla al
contrario”.
Affinita non boccia il Miur ma chiede garanzie e ricorda le difficoltà
che vi sono in Italia, soprattutto al Sud, ad assicurare agli studenti
questa esperienza: l’alternanza scuola-lavoro con la recente riforma
della “Buona Scuola” è diventata obbligatoria nell’ultimo triennio
della scuola secondaria di secondo grado per ogni tipologia di
indirizzo. A dare un “quattro” alla Giannini è invece Mimmo Pantaleo,
il segretario nazionale della Flc Cgil: “Questo accordo con McDonald’s
dimostra che l’esperienza dell’alternanza ha bisogno di un tagliando.
Qualcuno mi deve spiegare che coerenza ci sarebbe tra il piano
formativo di un liceo, di un tecnico e McDonald’s? Non mi risulta che
vi sia chissà quale sistema di relazione nei loro ristoranti a parte la
vendita dei panini. Si è perso il connotato didattico di questo aspetto
della formazione; pur di trovare una collocazione ai ragazzi li si
manda dal colosso americano”. McDonald’s è stato persino definito dal
Miur “Campione dell’alternanza” insieme alle altre 15 aziende, ordini
professionali e associazioni del terzo settore che apriranno le porte a
27mila esperienze. E così dal passare una serata con gli amici al Mc
ora i ragazzi si troveranno ad imparare a lavorare tra i coetanei che
alla sera o in pausa pranzo scelgono di andare a farsi un hamburger in
una delle catene più note e diffuse nel mondo.
Alex Corlazzoli
Ilfattoquotidiano.it