La Gilda degli
Insegnanti di Parma e Piacenza ha notificato all’Invalsi una formale
richiesta di trattativa decentrata relativa alle attività, che tale
ente, per il tramite dei Dirigenti Scolastici richiede ai docenti.
Anche se la normativa vigente (art. 7 comma 5 del Decreto
Legislativo 62 del 13 aprile 2017) prevede che lo svolgimento
delle attività di rilevazione Invalsi, sia da considerare quale
attività ordinaria d’Istituto, la Gilda di Parma e Piacenza pone
l’accento sul post svolgimento delle prove in seconda e quinta primaria
e nelle seconde della scuola di 2° grado.
L’Invalsi non si preoccupa di gestire il lavoro di data entry
nelle sue piattaforme informatiche, per tale incombenza non viene
esperita alcuna gara d’appalto, né viene proposto un compenso per il
personale scolastico.
Talvolta ci si trova di fronte a dirigenti scolastici che pretendono
tale attività di inserimento dati come se fosse un atto dovuto, tanto
che la Gilda di Parma e Piacenza suggerisce, in casi estremi, di
denunciare ciò alla Procura della Repubblica in quanto si potrebbe
configurare il reato di violenza privata.
I docenti non sono dipendenti dell’Invalsi, ente che ha una personalità
giuridica ed una propria amministrazione.
Fino ad oggi per trovare una soluzione temporanea, ove possibile si è
tamponato con la contrattazione d’Istituto, in quanto il CCNL prevede
(art. 88 lettera N) che è possibile remunerare con il FIS i
“particolari impegni connessi alla valutazione degli alunni”, in altri
casi si è anche operato con recuperi orari.
Il coordinatore della Gilda di Piacenza e Parma Salvatore Pizzo
precisa: “In assenza di una contrattazione nazionale specifica,
vogliamo che i capi dell’Invalsi e i loro referenti politici nel nostro
territorio iniziassero a capire il concetto di remunerazione del
lavoro”.
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