"Parole nuove e
parole da salvare": su questo tema giovedì 15 marzo,
nell'Aula Magna del Liceo M. Cutelli di Catania il prof. Massimo
Arcangeli (Università di Cagliari) terrà la sua lezione con gli
studenti di classi del ginnasio e del liceo. Un incontro, che si
profila foriero di spunti e riflessioni feconde, sulla lingua italiana,
che se da un lato accoglie il nuovo, aprendosi alla ricchezza lessicale
e semantica dei neologismi, rischia di perdere tante parole che
scivolano nel disuso o - peggio - nell'uso inappropriato. Quale sarà la
lectio suggerita ai giovani che, inconsapevolmente, scelgono la via
brevis dei messaggi di testo, dei social, delle immagini? Esiste un
modo per salvare la parola? Per conciliare la riflessione di ogni
scelta linguistica con l'immediatezza e la velocità che oggi il mondo
impone?
La parola, la capacità di dare forma ad un pensiero, di creare
attraverso la definizione, va salvata e tramandata con ciò che essa,
nei secoli, ha generato, e cioè la cultura, che ancora, e nonostante
tutto, il liceo classico vuole affermare.
"Rem tene, verba sequentur": il rischio, perdendo le parole, è di
perdere anche la sostanza delle cose.
Tentare di tracciare un profilo del professore Arcangeli sarebbe
impresa titanica: linguista, critico letterario, sociologo della
comunicazione, scrittore, opinionista, editorialista su diversi
quotidiani italiani (tra cui La Stampa, l'Unità, Il Manifesto),
titolare di rubriche linguistiche radiofoniche e televisive, nonché
docente universitario di Linguistica.
Con entusiasmo ha accolto l'invito a parlare con i giovani del nostro
Liceo che, come tutti i loro coetanei, tra la scuola e il mondo,
lavorano alla costruzione più difficile, quella del sé, che passa - più
di ogni altra cosa- attraverso la parola.
Aspettiamo con ansia di confrontarci con i suoi insegnamenti.
Elisa Colella
DS Liceo Cutelli