So bene che non è
giusto ed elegante speculare sui nomi degli avversari
politici ma la tentazione nel caso dell'assessore leghista Suellen (!)
Belloni è troppo forte. La farmacista/amministratrice che espelle i
bambini dalle mense delle scuole lodigiane, perché i genitori non
riescono a produrre certificati del Togo o dell'Ecuador circa il
loro(eventuale) stato patrimoniale, rappresenta "scientificamente", con
quel nome tratto direttamente dalla soap opera "Dallas", l'antropologia
della destra italiana. Un'antropologia nutrita dal combinato disposto
di americanismo e provincialismo, che nel berlusconismo televisivo (il
passaggio dopo pochi mesi di Dallas dagli schermi della Rai a quelli
canale 5 fece epoca) ha trovato, prima che nel berlusconismo politico e
nel leghismo, l'incubatore.
La scuola italiana, pur con tutti i suoi limiti e con sempre maggiore
fatica è stata, nei decenni di Dallas e poi di Dynasty e poi del grande
fratello e un argine a questa destra. Un argine democratico, popolare,
nazionale: democratico, perché pur agendo pesantemente in essa le
sempre più forti diseguaglianze sociali ha mantenuto un orizzonte di
cittadinanza costituzionale, popolare perché la scuola è rimasta
l'unico spazio pubblico presente anche nei settori più emarginati
(dalle periferie urbane ai piccolissimi centri), nazionale perché ha
costituito un potente fattore di integrazione nazionale sotto il
profilo culturale ma anche sociale, di cui è manifestazione un corpo
docente prevalentemente meridionale ( che non a caso è stato tra i
bersagli preferiti della Lega)
E se certo non si può dire che a scuola si è tutti uguali perché c'è il
riconoscimento di ogni diversità si devono riconoscere i grandi sforzi
fatti per mantenere aperta, molto più che in altri ambiti della società
italiana, questa tensione positiva tra uguaglianza e diversità. La
scuola ha affrontato così con un orientamento positivo, anche se con
enormi limiti, la questione delle migrazioni, sia della migrazione dal
Sud del paese (in forte quanto nascosta ripresa) sia di quella dai
tanti Sud del mondo.
Forse anche per questo la scuola è stata sottoposta ad un violentissimo
attacco tanto dai ministri dell'istruzione berlusconiani quanto da
quelli renziani. Un attacco che ha lasciato molti segni.
Per questo è gravissima l'azione della giunta di Lodi, non solo per il
suo carattere ignobile e grottesco. Essa segna, simbolicamente, un
salto di qualità nell'attacco alla scuola della Repubblica. L'apartheid
della mensa, prepara l'apartheid nella società, esso è in clamoroso
contrasto con il lavoro faticosissimo che decine di migliaia di
insegnanti compiono ogni giorno contro gli stereotipi, esso è un fatto
che colpisce direttamente il lavoro educativo di cui lo spazio e il
tempo della mensa fanno integralmente parte.
Non a caso viene da quel leghismo che, in piena collaborazione tanto
con i forzisti (Formigoni, Aprea, Gelmini) quanto con settori renziani
ha fatto della scuola lombarda un laboratorio di politiche liberiste
(laboratorio da cui proviene il ministro Bussetti) e adesso punta alla
rottura del carattere nazionale del sistema dell'istruzione con la
regionalizzazione di risorse e competenze.
Abbiamo fiducia che questa deriva troverà una forte resistenza, lotta
per espellere il razzismo dalle aule (e dalle mense) è parte essenziale
per difendere la scuola della Costituzione. Dagli studenti sono venuti
già segnali importanti.
Luca Cangemi
Responsabile nazionale scuola del PCI