Stasera nel salotto
logoro e sempiterno di Vespa va in onda il "confronto" fra Salvini e
Renzi. Ne ho visto qualche minuto l'anteprima e ho capito che per me
poteva bastare, temevo l'orticaria, per varie ragioni. Il cliché di uno
spettacolo logoro con due personaggi che fanno a gara a chi le spara
più grosse, che si rinfacciano errori, cadute, cercando ciascuno il
proprio applauso scrosciante. Ma no, la politica è altro, è piacere del
confronto, anche serrato, ma su progetti, o almeno programmi per una
società, è capacità di immaginare, di costruire, di andare oltre il
possibile. Non è una guerra fra bande con gli spettatori legati al tubo
catodico, in dormiveglia, o vogliosi di rivincita come allo stadio.
Gli “amillai ton logon” ossia i duelli di parole, presso i Greci erano
il cuore pulsante del sistema democratico, un dibattito
politico-pubblico che coinvolgeva i cittadini, arricchendosi nello
scambio, che aveva come esito il decidere, ossia il governare. E questa
idea della politica ha accompagnato la storia e cultura dell’Occidente
per lungo tempo.
Qui ora tutto è cucito su misura, a misura di personaggi improbabili,
spesso “leader” di partiti personali che non hanno alcun legame col
territorio, non ne conoscono il passo, il respiro, vi arrivano non per
raccogliere domande ma per rastrellare voti.
La personalizzazione in politica come un oppiaceo ha spazzato via i
luoghi, gli attori, gli organismi con i quali la politica in quanto
agire collettivo può realizzare le proprie finalità; la
personalizzazione in politica ha svuotato di senso il rapporto fra
istituzioni e società, minando fortemente l’istituto della
rappresentanza; la personalizzazione ha indebolito lo scenario
articolato della democrazia inclinando verso una forma
spettacolarizzata che tutto confonde.
I politici attuali, Renzi, Salvini, Di Maio e molti altri sembrano dei
neo-notabili scaltriti e rapaci, senza però il volto, la professione,
lo status prestigioso di quelli ottocenteschi che comunque, in certo
modo ed in quel contesto, rappresentavano i valori di quella società.
Insomma questi sono degli arruffapopolo che girano ogni sera per le
piazze mediatiche.
Sara Gentile