Oggi giovedì 9
Aprile, a partire dalle ore 14 sono previste interpellanze urgenti al
Governo, tra queste una depositata dal deputato della Lega Rossano
Sasso, membro della Commissione Cultura della Camera dei Deputati.
L’interpellanza riguarda la situazione critica delle scuole paritarie.
Anche le scuole paritarie sono chiuse per l’emergenza della pandemia e
i docenti si sono attrezzati con ogni mezzo per stare vicini ai ragazzi
e seguirli con l’innovativa didattica a distanza. Molti genitori che
non lavorano, sono in difficoltà per pagare le rette e gli Istituti,
non avendo introiti non sanno come poter pagare i docenti che,
lavorando a distanza, non hanno diritto ai benefici della “cassa
integrazione”.
Nell’interpellanza si chiedono: l’immediata erogazione dei contributi
già assegnati alle scuole paritarie; l’erogazione di ulteriori
contributi aggiuntivi per esonerare le famiglie dal pagamento delle
rette, l’estensione agli alunni delle scuole paritarie l’accesso ai
fondi previsti per l’implementazione delle piattaforme didattiche a
distanza, la detraibilità integrale delle rette pagate dalle famiglie
per la frequenza scolastica e per i servizi educativi delle scuole
paritarie e private per l’anno 2019/20.
Non sono richieste impossibili e l’emergenza sollecita una pronta
risposta.
Tra i tanti guai del d.C. (che non è il dopo Cristo, bensì dopo il
Coronavirus) si prevede la chiusura di numerose scuole paritarie che
provoca la perdita di 100.000 posti di lavoro tra personale docente ed
amministrativo.
Dove andranno gli 800.000 studenti che oggi frequentano le 12.000
scuole paritarie?
Lo Stato dovrà provvedere e garantire il diritto allo studio a
questi cittadini.
Si prevede per lo Stato, anche a causa delle carenze di
locali e di spazi (distanziamento fisico) avrà un aggravio
di spesa di oltre tre miliardi, che invece potrebbero essere
risparmiati aiutando i docenti e i genitori delle scuole paritarie.
Si potrebbe benissimo provvedere adottando, come più volte
richiesto e sollecitato da Suor Anna Monia Alfieri, il progetto del “costo standard per studente”
inserito in una riorganizzazione del finanziamento di tutto il sistema
d’istruzione italiano, comprensivo di scuole statali e scuole
paritarie, affinché si possa definire con chiarezza la “quota
capitaria”, e cioè quella somma necessaria per garantire l’istruzione
di ogni alunno.
Adottando questo principio si risolvono tanti problemi e si garantisce
ai genitori la libertà della scelta educativa, come prevista dalla
Costituzione.
Sono trascorsi invano 20 anni dalla Legge sulla parità e ancora c’è
tanta strada da fare.
Giuseppe Adernò