I precari paghino, se non vogliono essere più precari. I supplenti seguiranno quest´estate un corso ‘abilitante´ – che permetterà loro di iscriversi nelle graduatorie degli «abilitati all´insegnamento» – ma sub conditione: il pagamento di un bollettino di 2200 euro. Una tassa del genere, per smacchiarsi definitivamente l´abito del precariato, non è davvero una formalità, considerando che lo stipendio medio del supplente è di 1100 euro e, soprattutto, che il supplente non percepisce neanche un euro durante le vacanze (degli altri). «Un ricatto, non trovo altre parole – spiega Angela Fazari del Coordinamento Precari – Da un lato, siamo costretti ad iscriverci al corso, visto che la legge stabilisce che non si può più insegnare, se privi del titolo di abilitazione; dall´altro, la costrizione a pagare cifre così impegnative, per il nostro budget quotidiano. In altre regioni italiane, hanno almeno concesso di poter rateizzare il costo complessivo, qui in Piemonte no. O tutto o niente. O paghi o sei fuori dall´insegnamento».
I corsi, poi, saranno intensivi, con programmi no stop: dal 4 luglio al 4 agosto dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, per quattro giorni alla settimana. Quindi, le lezioni riprenderanno il 29 agosto con un primo periodo di lezioni prima dell´inizio dell´anno scolastico. Da settembre, due o tre incontri pomeridiani a settimana a seconda della disponibilità degli istituti.
I corsi sono di due tipi e per due diversi tipi di ‘riconoscimento´: ci sono i corsi abilitanti per l´insegnamento (che riguardano ad esempio maestri e maestre delle elementari, supplenti, privi di titolo) e ci sono i corsi per ottenere il titolo di specializzazione per il sostegno. Ad organizzare i corsi, e a tenere le lezioni, sono quindi la facoltà di Scienze della formazione primaria, e la Sis. "Stanno trasformando il tutto in un business, a scapito nostro – aggiunge Angela Fazari – E inoltre ci costringono a una guerra fra poveri, visto che la Sis, da parte sua, pare sia disponibile a modificare modalità di pagamento e importi, mentre la facoltà di Scienze della formazione, no».
Domani dalle 13 alle 15 i precari manifesteranno per protesta davanti a Palazzo Nuovo. Anche se il problema dei costi non riguarda poi tanto la facoltà – che bene o male stabilisce l´importo in base al numero di ore, all´impiego dei docenti, ecc. – quanto il Miur, che aveva promesso di coprire parte dei costi. Pia Lacidonia: «Insegno da 15 anni nel sostegno, e già nel 1981 ho fatto il corso di specializzazione. Ma non basta, evidentemente. E´ assurdo che costringano proprio noi a sborsare queste cifre, visto che con stipendi tanto bassi non si riesce a risparmiare, né a concederci nulla..». Silvana Genco: "Infieriscono su persone che non hanno grandi disponibilità finanziarie, e inoltre questa disparità, da regione a regione (in Lombardia ad esempio pagano 1500 euro) come la giustificano?".