L’avvio degli esami di stato richiama l’attenzione, più di qualunque altro evento della vita scolastica, sul problema dell’uso della multimedialità nella didattica, che si collega in modo naturale a quello della preparazione alla pluridisciplinarità.
La normativa prescrive l’impostazione pluridisciplinare per
la costruzione della terza prova e per la conduzione del colloquio. In tale
ottica le prestazioni richieste al candidato con queste prove richiedono
l’utilizzazione e l’integrazione di conoscenze acquisite in diversi ambiti
disciplinari. Da tener presente anche che il colloquio ha inizio con un
argomento o con la presentazione di esperienze di ricerca e di progetto, anche
in forma multimediale, scelti dal candidato.
La preparazione ad un esame di questo tipo sicuramente è favorita dall’uso delle
risorse multimediali nella didattica. Inoltre, l’alunno che presenta un lavoro
di ricerca, nella gran parte dei casi ricorre a prodotti multimediali e ad
Internet.
Purtroppo accade ancora spesso che la formazione degli alunni alla organizzazione integrata delle conoscenze di vari ambiti disciplinari, pur essendo dichiarata come intento generale, non venga concretizzata in progetti mirati inseriti nella programmazione del consiglio di classe, e che l’uso di prodotti multimediali venga lasciato all’iniziativa dei singoli alunni.
Sull’impiego di prodotti ipertestuali e multimediali il
dibattito pedagogico è ancora vivace ed aperto.
Trascurando posizioni marginali di rifiuto globale, è opinione prevalente che i
nuovi strumenti possono risultare utilissimi per lo sviluppo di capacità
metacognitive (come: acquisizione di metodi di lavoro, costruzione di strategie
autoregolative nei propri processi di apprendimento) e per facilitare il
passaggio dalla dimensione disciplinare a quella reticolare (dei saperi
trasversali e dei collegamenti fra le diverse aree).
La scuola, fra tutte le agenzie formative, è certamente
l’unica che ha il compito primario e istituzionale di presentare in forma
organizzata i paradigmi dei vari saperi. La sua azione di costruzione
strutturata delle conoscenze deve necessariamente confrontarsi con quella dei
canali esterni, che offrono informazioni prevalentemente occasionali e
disordinate. Ma il disordine proprio della società dell’informazione, può, da
causa di disturbo, essere anche assunto dalla scuola come elemento di stimolo
per una costante revisione critica degli assetti codificati dei saperi
scolastici e per una permanente apertura a tutti i problemi del mondo
contemporaneo.
La scuola oggi è chiamata esplicitamente (per prescrizione normativa e per
richiesta dell’utenza) ad integrare la dimensione dell’assetto disciplinare,
tradizionalmente chiuso e ordinato, con quello reticolare, aperto e flessibile,
idoneo ad affrontare le problematiche culturali e tecniche della società e del
mondo del lavoro, che quasi sempre richiedono un approccio pluridisciplinare.
Accade invece che molti insegnanti non escano facilmente
dall’ambito della loro materia per aprirsi a quello dei saperi integrati, anche
se formalmente tale intento viene dichiarato nei documenti di programmazione. Si
continua spesso a trasmettere contenuti con l’impostazione tradizionalista di un
sapere scolastico, inteso esclusivamente come possesso di solide basi formali
slegate dal contesto della realtà contemporanea.
La multimedialità offre un’opportunità unica per impostare la didattica con
taglio pluridisciplinare, ma lo stratega e il regista dell’impiego degli
strumenti deve restare solo l’insegnante.
L’uso delle tecnologie affidato senza controllo all’allievo può essere
improduttivo, se non pericoloso per la sua formazione. Esse, invece che generare
costruzione personale e critica di conoscenze, possono favorire distrazione,
dispersione o abilità puramente manuali.
Cliccare ed esplorare è per l’alunno la cosa più facile al
mondo; non altrettanto facile è per l’insegnante orientare l’alunno nell’uso
produttivo e non caotico di CD tematici, di enciclopedie multimediali e della
grande banca dati che è Internet.
La dispersione e l'eccessiva facilità del reperimento di informazioni rendono
necessaria un'attenta educazione all'impegno personale di ricerca e di
valutazione dell'informazione corretta. In tal senso la preparazione del
docente, più che tecnologica, deve essere pedagogica. Il problema cruciale per
rendere le tecnologie multimediali efficaci strumenti per l’insegnamento è,
quindi, la formazione di docenti in grado di gestirle con spirito critico e in
piena padronanza didattica.
Isp. Elio Lamonica – Direzione Scolastica Regionale per la Sicilia