“La nuova riforma dell’istruzione secondaria superiore si basa soprattutto sulla competenza e l’impegno dei docenti e dei dirigenti, utilizzando compiutamente l’autonomia di ogni scuola che deve pure interpretare e conoscere le esigenze del territorio nel quale opera per adattarla con coerenza. Questo è uno dei motivi per cui i professori devono studiarsi la riforma in modo da stabilire con professionalità cosa sia più utile alla scuola per dare il meglio ai suoi studenti.” In sintesi questo il contenuto dell’incontro con la prof. Elena Ugolini, componente della cabina di regia del Miur, presieduta da Max Bruschi, relativa alla riforma dei licei, col compito di raccogliere i pareri istituzionali e i suggerimenti che vengono dal mondo della scuola e dall’opinione pubblica, sfruttando pure uno spazio di discussione aperto a tutti e disponibile sul sito internet dell’Indire. Organizzato dalla preside del liceo scientifico G. Galei di Catania, prof. Gabriella Chisari, l’aula magna il 17/ dicembre scorso non traboccava tuttavia di docenti e genitori benché l’argomento e il personaggio meritassero tantissima partecipazione, visto pure che la riforma sarà operativa dall’a.s. 2010/11, nonostante siano stati già spostati i termini delle preiscrizioni da fine febbraio 2010 al 27 marzo, per dare proprio la possibilità ai ragazzi di scegliere con oculatezza l’indirizzo di studio e alle scuole di predisporre il materiale informativo. Una riforma, quella della ministra Gelmini, che sicuramente ha subito tante contestazioni a cominciare dai coordinamenti dei precari, dai sindacati, dalle associazioni professionali e a cui si sono aggiunte le perplessità del Consiglio nazionale della p.i. e le recenti richieste di chiarimento del Consiglio di stato, ma a cui, diceva la Ugolini, il ministero risponderà al più presto, mentre si attende ancora il parere delle commissioni parlamentari. In ogni caso è importante che la riforma parta, anche perché ha bisogno di essere verificata sul campo ma i cui effetti si vedranno col tempo. Contrariamente infatti alla riforma dei tecnici, che già alcune scuole stanno sperimentando, quella liceale si implementerà direttamente e quindi l’esigenza di una informazione adeguata. In tutto i licei saranno sei: classico, scientifico, artistico (con tre indirizzi), musicale e coreutica, delle scienze umane (con due opzioni), linguistico (con due opzioni). Del tutto nuovi sono: il liceo musicale, delle scienze umane e il linguistico che fanno piazza pulita delle tante sperimentazioni che lentamente hanno appesantito la scuola costringendo, come sottolineava Ugolini, gli esperti del Miur a formulare ben 850 prove diverse agli esami di stato. Un riordino quindi necessario e non più prorogabile e chi si basa essenzialmente sulle professionalità di ciascuna scuola che dovrà chiedersi collegialmente “qual è la proprio identità culturale, che proposte vuole dare ai propri studenti, come valorizzare le risorse interne. In altre parole: dovrà essere ogni scuola a stabilire cosa vuole diventare sulla base della propria storia.” Lo stesso quadro orario, che in ogni caso non consentirà più l’ora di 50 minuti, è vincolante solo nelle forme imposte dal ministero, ma nulla toglie al fatto che al suo interno le scuole possano inserirvi discipline alternative che siano funzionali al bacino di utenza e al proprio progetto educativo. Le stesse riduzioni di ore, ha continuato l’esperta, più che rispondere a una logica di risparmio, si inquadrano nel più vasto panorama degli ordinamenti europei che tendono all’essenziale in una società complessa e piena di altri stimoli. Anche la creazione del comitato scientifico e dei dipartimenti, che potranno sostituire il collegio, hanno la funzione di collegare la scuola col mondo sia del lavoro e sia delle accademie, mentre a breve il Miur emanerà tre diversi decreti per completare, definendola, tutti i passaggi della riforma: quello relativo alle nuove classi di concorso, alle indicazioni nazionali, al monitoraggio e la valutazione. Sicuramente molti interrogativi permangono, bene espressi dai moltissimi interventi che hanno reso più leggibile la relazione, come la questione relativa al monte orario già ridotto, ma al cui interno dovrebbero trovare spazio altre materie; quale didattica usare in questo nuovo contesto; con quali mezzi attuare la riforma.
PASQUALE ALMIRANTE