Al'ospedale della Salpetriere (Parigi) fu creata per la prima volta nel mondo la
cattedra di neurologia per gli studi clinici lì avviati da uno
dei più grandi medici che abbiamo avuto in Europa: Jean Martin Charcot.
Se non ci fosse stato lui non ci sarebbe stato nemmeno Sigmund Freud e
soprattutto fu grazie a Charcot che per la prima volta venne
considerata l'isteria come un'affezione della psiche, laddove prima le
isteriche erano ricoverate indistintamente assieme alle criminali, alle
alcolizzate ed alle tante centinaia di donne ( e moltissime ragazze)
che erano emarginate in quel posto infernale che solo grazie a lui
cominciò ad avere i connotati e la decenza di un luogo di cura e non di
emarginazione. Come tutti i grandi uomini, Charcot non fu soltanto un
medico: ciò che di pratico e di determinante egli fece per gli ammalati,
specie per le donne, supera di gran lunga tutti bei propositi e le
parole che non sono seguite quasi mai dai fatti.
Tutti i venerdì mattina egli teneva le sue famose lezioni di fronte ad un pubblico attonito abituato a confinare i malati di mente dentro celle isolate, laddove invece lì partecipavano alle sue dimostrazioni pratiche di quali effetti avesse su di essi, ad esempio, l'ipnosi e dimostrando come, nel caso dell'isteria, essa fosse da considerare una strategia affettiva dell'io piuttosto che una risposta puramente fisiologica dell'organismo. Per la prima volta le paralisi, le catatonie e tutti gli altri sintomi tipici di molte forme d'isteria, vennero ricondotti ad una causa psicogena, il che darà lo spunto a S. Freud di congetturare la sua idea di "abreazione" come fenomeno scatenante l'isteria.Pur essendo un razionalista, Charcot, non divenne mai un fanatico assertore del positivismo, pur non tralasciando , nei suoi scritti, quale forza coagente avessero molti fattori sociali nella determinazione del disagio mentale. Un'opera molto interessante degli ultimi anni, una di quelle letture che lasciano il segno, è quella di Per Olov Enquist , Il libro di Blanche e di Marie, ( ed. Iperborea) in cui si ripercorrono gli studi del grande neurologo attraverso gli occhi e la passione amorosa di Blanche Wittmann, una sua giovanissima paziente, che alla sua morte divenne assistente di Marie Curie, servizio che le costò l'amputazione delle due gambe e di un braccio a causa del contatto con il radio e la prechblenda. La storia d'amore di Blanche per il medico francese s'intreccia con le passioni di un'altra grande donna dell'Ottocento, Marie Curie, di cui, a torto, si tramanda un ricordo scolastico di essa quale scienziata fredda e priva quasi di qualsiasi affettività; le sue vicende furono infatti motivo di scandali all'epoca per aver amato, e non solo platonicamente, un uomo sposato con dei figli. Per questo scandalo rischiò di essere cacciata dalla Francia perbenista , proprio quando riceveva, nel giro di pochi anni, un secondo premio Nobel per la chimica ( il primo era stato per la fisica).
Ritornando a Charcot, le sue opere non furono solo di ordine medico; tra le numerose raccolte delle sue lezioni, troviamo infatti un'opera ,Gli ossessi nell'arte,in cui apre scenari inaspettati e profondamente innovativi per l'epoca, in cui si mettono in collegamento alcune delle manifestazioni artistiche più alte come causate da stati di alterazioni psichiche.
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