Cari ragazzi,
vi ho lasciato in pace fino ad oggi, adesso è venuto il momento di scrivere quello che vi avevo promesso l’ultimo giorno di scuola del 2010.
Ci tengo a sottolineare che non è un modo di farmi i fatti vostri, ma semplicemente un aiuto in più perché questo triennio appena cominciato sia un percorso non solo scolastico ma esistenziale, che vi porti a scoprire sempre meglio i vostri punti di forza e i vostri punti deboli, per imparare a mettere a frutto al servizio degli altri i primi e convivere con i secondi, magari migliorandoli a poco a poco.
Non dovete sentirvi minimamente obbligati a rispondere. Tutto è
lasciato alla
libertà personale, che è l’unico motore capace di spostare le montagne.
Libertà intesa non semplicemente come “non invadere lo spazio altrui”,
concetto
ben povero, anche se per certi versi condivisibile, ma libertà intesa
come
capacità di scegliere per cosa giocarsi la vita – dato che ne abbiamo
una sola
– a partire dai doni che la vita ci ha fatto.
Quando Dante rimane fortemente turbato dalla vista di Beatrice, un suo amico, che lo aveva accompagnato ad una festa di nozze, alla quale partecipava anche B., gli chiede come mai sia così frastornato e lui risponde:
“Io tenni li piedi in quella parte de la vita di là da la quale non si
puote
ire più per intendimento di ritornare”, cioè “ho messo i piedi nella
vita vera,
quella che voglio, quella che mi aspetta, quella che mi fa tremare e
gioire, ho
capito che lì c’è tutto e non voglio più tornare indietro”. Ecco io
vorrei,
sulla scorta di questa frase di Dante, nella Vita Nova (cap. XIV), che
ciascuno
di voi si prendesse qualche attimo di silenzio per riflettere e
scrivere,
magari su quella vecchia moleskine estiva, quando (in queste settimane,
mesi,
anni…) vi è sembrato di mettere i piedi in quella vita da cui non
volete fare
ritorno. Cosa guardate, cosa vi appassiona, cosa vi fa vibrare il
cuore, cosa
colpisce il vostro interesse, cosa mette in moto le vostre risorse…?
Insomma
per cosa vi sembra che la vita fluisca potente dentro di voi.
Non
dovete per forza rispondere a me, potete anche farlo solo per voi
stessi.
Se poi vi sembra che qualcosa possa essere utile anche a me per
aiutarvi in
questo percorso, potete contare, nei limiti dei miei limiti, su di me.
La lezione che Luca ha fatto qualche tempo fa su Marco Polo può essere l’immagine di questo: libertà di regalare agli altri, con impegno, studio e passione, ciò che vi sta a cuore. Quel giorno tutti siamo stati un po’ migliori grazie ad una libertà ben spesa. E pochi dubitano sul fatto che quello lì finirà col fare l’insegnante…
Vi
auguro un fantastico 2011. L’avventura continua.
Con
affetto,
il prof