Carissimi
Studenti di ieri
e di oggi,
non
fatevi prendere in
giro! Ve lo ripeto sempre di non credere
neanche a me se prima non pensate, studiate, ascoltate, leggete,
confrontate.
Ancora una volta sento il dovere di dirvi chiaramente alcune cose,
poiché la
mia missione non è quella di passarvi delle nozioni e verificarle,
bensì quella
di indicarvi una strada, di aiutarvi a guardare oltre, di scoprire le
ricchezze
che avete dentro, di suscitare in voi il senso critico, di dirvi che il
bene e
il male esistono e hanno nomi e volti. Siamo in guerra e non c’è un
altro modo
di definire ciò che sta accadendo in queste ore in Libia! Quando
qualcuno
lancia missili e sgancia bombe, non sta facendo una missione
umanitaria, né
un’azione diplomatica, né un embargo. Le armi uccidono e basta, quelle
intelligenti non esistono, perché chi uccide non è mai intelligente.
C’è chi
vuole far credere che sia una guerra giusta, quando le guerre giuste
non
esistono, poiché nessuna guerra lo è! «La guerra è un’avventura senza
ritorno»
diceva Giovanni Paolo II al tempo della prima Guerra del Golfo. Non
aveva forse
ragione? Molti non sono più tornati e tanti altri sono ancora là a
combattere.
Per cosa? Per cosa oggi in Libia? Certo non voglio giustificare
Gheddafi e
condanno fortemente quanto da tempo fa e non solo negli ultimi giorni,
ma
sicuramente esistevano altri modi di agire anziché l’attacco. Poiché
non voglio
indottrinarvi, desidero porvi delle questioni su cui riflettere oltre
quelle
già scritte:
Perché
il Presidente della
Repubblica continua in questi giorni ad andare in giro a celebrare
l’unità
d’Italia? E’ forse il momento di far festa?
Il
Presidente della
Repubblica e la Corte Costituzionale, sempre pronti a fermare i
provvedimenti
del Governo per incostituzionalità, non si sono accorti che questa
guerra non è
secondo la nostra Costituzione?
Sabato
pomeriggio e sera
cosa avrà distratto il mondo di Facebook dall’inizio della guerra? La
festa del
papà, quella di San Giuseppe o il fine settimana?
Dove
sono finite le
bandiere arcobaleno della pace? Dove la Sinistra, contraria persino
alla guerra
contro il punteruolo rosso? Dove le donne e gli uomini scesi in piazza
di
recente contro Berlusconi. “Se non ora, quando?”. Non è forse lo
sbaglio più
grosso di questo Governo?
Non
è magari il caso di
farsi restituire da Obama il premio Nobel per la Pace? Io cerco di
dirglielo da
tempo, ma forse ho il numero di telefono sbagliato.
Non
pensate che tra la
risoluzione dell’ONU contro Gheddafi e l’attacco sia passato pochissimo
tempo? Perché
non vi è stato il tempo di un dibattito pubblico né in Parlamento?
Sapete
che l’orco
dittatore libico è stato nella commissione ONU per i diritti civili?
Forse non
è stato presente alle riunioni e quindi non ci hanno fatto caso finora?
Perché
prima di bombardare
non hanno fatto in modo di allontanare almeno i civili della propria
nazione
dalla terra libica? Il rimorchiatore sequestrato con italiani a bordo
che ci
faceva ancora là?
Si
sono posti seriamente
il problema di una successione a Gheddafi? Cosa sta accadendo dietro?
L’Iraq
non ha insegnato niente?
Forse
è possibile credere
alla favola che questa guerra sia in corso per fermare la carneficina
di
Gheddafi o c’è puzza di gas e petrolio?
Perché
le principale reti
televisive nazionali in prima serata, come se niente stia accadendo,
continuano
a propinarci calcio, il Commissario Montalbano, Ballando con le stelle,
la
Corrida e il Grande Fratello?
Con
tristezza ma pieno di
speranza vi ho scritto e non tacerò sull’assurdità di questa e ogni
guerra come
ho sempre fatto. Sono sicuro, carissimi Amici, del vostro valore e
della vostra
capacità di vincere la “banalità del male” con la profondità del bene.
Per il
resto non mi resta che pregare!
Vostro
Prof. Marco Pappalardo