Mantova, il Comune dimezza i fondi per il Festival della letteratura.
Nonostante le promesse contrarie, la nuova giunta taglia di 60 mila
euro il contributo all'inziativa che l'anno scorso ha portato in città
100 mila visitatori. Gli organizzatori: "Ce la facciamo lo stesso, ma è
un brutto segnale". Solidarietà da ospiti di lungo corso come Carlo
Lucarelli e Sandrone Dazieri
Quasi centomila presenze piombate in città lo scorso anno un po’ da
tutta Europa, un elenco sterminato di scrittori che in 15 anni sono
arrivati a Mantova e una capacità di moltiplicare per 10, a beneficio
dell’economia cittadina, ogni euro investito nella manifestazione.
Nonostante queste credenziali, il Festivaletteratura non è riuscito a
fermare la mannaia dei tagli pubblici, così di moda in questi tempi di
vacche magre un po’ per tutti. Questa, puntuale, si è abbattuta su una
delle rassegne letterarie di maggior successo a livello europeo, come
dimostrano i numeri e i nomi che la circondano.
Le promesse fatte un anno fa dal neo
sindaco di centrodestra Nicola Sodano – eletto nel 2010 dopo decenni di
amministrazioni di centrosinistra – sono state prontamente disattese.
“Il Festival non si tocca. Si tratta di un patrimonio della città e di
un esempio da seguire per le altre rassegne”, aveva detto pochi giorni
dopo l’elezione, forte della propria amicizia personale con l’allora
ministro dei beni culturali Sandro Bondi. Ma una volta fatti i conti
per redigere il bilancio del 2011 e verificata la mancanza di un’enorme
quantità di risorse per la cultura rispetto all’anno precedente, ecco
che il Festival è stato toccato. Eccome. I finanziamenti comunali sono
stati dimezzati, passando da 120 mila a 60 mila euro. Una bella botta
per qualsiasi evento, anche per uno dalle spalle larghe come il
Festivaletteratura.
Bene precisare che la rassegna va
avanti, sia quest’anno (dal 7 all’11 settembre, programma completo sul
sito www.festivaletteratura.it) che in futuro. Ma la decisione del
Comune di dimezzare i contributi all’evento letterario più amato dai
mantovani e dagli italiani ha suscitato moltissime polemiche. La
protesta è partita dal basso, come il Festival nel ’97 del resto.
Migliaia di firme contro questa decisione sono state raccolte sul sito
di un quotidiano locale e fra queste c’erano anche quelle di nomi noti
che hanno partecipato al Festival come Carlo Lucarelli, Donato Carrisi,
Remo Girone e Sandrone Dazieri. Su Facebook e Twitter le pagine
ufficiali della rassegna sono state letteralmente prese d’assalto da
sostenitori e simpatizzanti preoccupati che i tagli ne compromettessero
il futuro. Neanche la politica, quella d’opposizione, è stata zitta. Il
Pd cittadino è sceso in piazza a raccogliere firme contro la decisione
della Giunta in carica, mentre un onorevole mantovano, Marco Carra,
sempre del Pd, ha presentato un’interrogazione parlamentare con la
quale ha chiesto all’esecutivo di intervenire con un contributo.
Fortuna sua, la kermesse letteraria
riesce a camminare anche senza i soldi tolti dal Comune. Questo perché
in 15 anni è stata in grado di creare un circolo virtuoso, attirando
sempre più sponsor privati e spettatori paganti, riducendo gradualmente
l’importanza del sostegno pubblico. A dimostrarlo ancora i numeri: nel
’97 la manifestazione partì con una percentuale di finanziamenti
pubblici sul totale del budget pari al 62% progressivamente ridottasi
al 16% dello scorso anno. Gli sponsor privati, al contrario, nel ’97
pesavano il 16% sul totale necessario a realizzare la manifestazione,
mentre nel 2010 questa percentuale è arrivata al 71.
Ma a preoccupare la città e gli stessi
organizzatori, a dire il vero molto pacati nelle loro rimostranze, è la
tendenza: “Il Comitato Organizzatore – si legge in una nota ufficiale
diffusa dal Festivaletteratura – si sente di esprimere la propria
grande preoccupazione rispetto alla scelta dell’amministrazione
comunale che sembra non voler riconoscere il contributo dato non solo
dal Festival, ma dalla cultura in genere allo sviluppo e alla crescita,
anche economica, della città”.
Tutte le rassegne in programma nella
città dei Gonzaga, infatti, hanno subito tagli consistenti quando non
sono state cancellate. Un esempio è quello di Segni d’Infanzia, il
festival di teatro per bambini capace di attirare moltissime persone
(l’anno scorso oltre 30mila) in un mese difficile per il turismo come
novembre. Anche questo ha subito una riduzione dei contributi comunali
del 50% (da 100mila a 50mila euro) e, contrariamente al fratello
letterario, ne ha risentito eccome. I giorni di rassegna sono passati
da 8 a 3 e gli organizzatori sono stati costretti a rinunciare agli
spettacoli per le scuole e ad aumentare il costo dei biglietti.
In compenso il Comune ha trovato 40mila
euro da spendere in un festival delle città gemellate. Simpatica
iniziativa di richiamo esclusivamente locale, che, almeno per ora, non
vale di certo i soldi pubblici spesi.
Emanuele Salvato (Il Fatto
Quotidiano, 3 Agosto 2011)
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