Per la prima volta le assuzioni nella scuola verranno effettuate da due
diverse graduatorie. Una procedura che accontenta la Lega penalizzando
i supplenti provenienti dal sud. E che rischia di innescare un altro
contenzioso. Dopo settimane di ipotesi e polemiche, il ministero
dell'Istruzione ha finalmente sciolto il nodo sulle immissioni in ruolo
nella scuola per l'anno scolastico 2011/2012. Durante l'incontro con i
sindacati svoltosi ieri mattina, i tecnici del ministero hanno scoperto
le carte e fornito i primi numeri: per i docenti saranno in tutto
30.308 le cattedre da assegnare ai precari, un terzo delle quali dalle
vecchie graduatorie. È la prima volta che in Italia le assunzioni nella
scuola vengono effettuate da due diverse graduatorie. Una decisione che
intende dare risposta "salomonica" alla guerra tra poveri aperta
dall'ultimo rinnovo delle liste ad esaurimento. Ma i conti "fatti a
tavolino" dai tecnici ministeriali non mancheranno di innescare altre
polemiche, soprattutto politiche, e un enorme contenzioso.
"Hanno fatto i conti a tavolino per
discriminare i supplenti meridionali. È indegno per un paese civile che
il governo continui a discriminare in modo così evidente una parte del
Paese", tuona il deputato siciliano del Partito democratico, Tonino
Russo che configura "malafede nel predisporre i numeri delle
assunzioni". "Dovranno spiegare - continua Russo
- i criteri alla base di questa ripartizione", "Sarà meglio che
rivedano tutti i conteggi - ammonisce Russo -
perché partiranno migliaia di richieste di sospensiva immediata al Tar
sulle assunzioni che a questo punto rischiano di non potersi fare".
Da questa ripartizione - 10 mila
assunzioni dalle graduatorie dell'anno scorso e le restanti 20.308
dalle nuove graduatorie - la Lega ha in effetti ottiene
quello che voleva. "È un buon successo - conferma il
senatore leghista Mario Pittoni - in quanto 'salviamo'
migliaia di docenti del Centro-Nord scavalcati dai colleghi del Sud in
possesso dei famosi superpunteggi dopo la riapertura delle graduatorie.
Anche se non ci stancheremo di ripetere - continua
Pittoni - che il provvedimento più di buon senso era il
congelamento delle graduatorie in attesa della riforma del
reclutamento, come previsto dall'emendamento da noi fatto approvare al
Senato con il decreto milleproroghe, ma stoppato dal Quirinale". Una
frecciata, neppure troppo celata, rivolta al Colle.
Ma come avviene spesso, se si accontenta una
parte se ne scontenta un'altra. I precari del Nord lamentano il cambio
delle regole a partita iniziata: di essere cioè scavalcati, dopo avere
fatto "mille sacrifici e delle scelte", dai colleghi meridionali.
Quelli del Sud avanzano il diritto, peraltro sancito dalla recente
sentenza della Corte costituzionale, di potere spostarsi liberamente
per lavorare su tutto il territorio nazionale.
La storia inizia quattro anni fa. Nel 2007,
l'allora ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni trasformò
le graduatorie permanenti in liste ad esaurimento, congelando per il
futuro i trasferimenti di provincia. Lo scopo, anche grazie ad un
superpiano di 150 mila assunzioni in tre anni, era quello di eliminare
il precariato ed evitare fastidiosi scavalcamenti tra precari in lista
da anni. Nel 2007, di fronte allo spauracchio di rimanere bloccati al
Nord, furono decine di migliaia i precari meridionali che ritornarono
nelle terre natie, le liste delle regioni settentrionali si spopolarono
e quelle meridionali si gonfiarono a dismisura. L'anno successivo, il
ministro Gelmini stoppò le assunzioni, bloccò i trasferimenti di
provincia e inventò le graduatorie di coda: altre tre liste provinciali
in cui i precari potevano inserirsi, ma soltanto in coda.
A questo punto alcune associazioni e sigle
sindacali si rivolsero ai giudici, i quali passarono la palla alla
Consulta che a febbraio di quest'anno si pronunciò contro le "code" e a
favore della libera circolazione dei lavoratori italiani su tutto il
territorio nazionale. Un pronunciamento che costrinse il governo a
riaprire le graduatorie agli spostamenti, con l'inevitabile
trasferimento al Nord di oltre 30 mila precari meridionali rimasti a
secco in questi anni per i tagli agli organici che hanno penalizzato
soprattutto le loro regioni.
Secondo i resoconti top secret dei sindacati
dopo l'incontro di ieri saranno 6.280 le immissioni in ruolo per le
insegnanti di scuola dell'infanzia, di cui quasi un quarto dalle
vecchie liste: 1.681 dalle graduatorie 2009/2011 e 4.599 dalle
graduatorie per il 2011/2014. Un percentuale di reclutamenti dalle
vecchie liste che schizza al 44 per cento alla primaria -
3.825 immissioni in ruolo, di cui 1.680 dalle vecchie graduatorie
- e addirittura al 47 per cento per il sostegno -
3.243 assunzioni dalle vecchie graduatorie su 6.887 - dove
gli scavalcamenti dei precari meridionali ai danni dei colleghi
settentrionali raggiungono il massimo. Per la media - 1.680
assunzioni dalle vecchie liste su 7.277 - si ritorna al 23
per cento per risalire al 28 per cento al superiore: 1.680 su 5.931.
Dati che al momento sono top secret ma che sembrano "calibrati a
tavolino" come dichiara Russo proprio per neutralizzare l'offensiva
degli insegnanti del Sud, ma che potrebbe nelle prossime ore vedere
ricostituire il fronte bipartisan dei 61 deputati meridionali che
alcuni mesi fa intimato alla Gelmini di investire della questione il
Parlamento. (La Repubblica 5 agosto
2011).
Salvo Intravaia
redazioneaetnanet