
Andiamo per ordine. Il Tfr nacque in epoca fascista come ammortizzatore sociale in caso di cessazione improvvisa del rapporto lavorativo. Dal 2007, secondo quanto stabilito dal governo Prodi, sta ai lavoratori scegliere se destinare l’accantonamento del Tfr all’Inps (all’azienda, se sotto i 50 dipendenti), per vedersi erogata la liquidazione al momento della cessazione dal servizio, o a fondi pensione, e costituirsi così un secondo trattamento pensionistico, da affiancare a quello obbligatorio. Ora il governo studia la terza via: recuperare il Tfr a poco a poco ogni mese. Bossi annuncia che sarà come avere due stipendi ogni mese ma non è vero.
Spalmare il Tfr ogni mese sarà come avere uno stipendio in più, sì, ma spalmato sui dodici mesi. Mettiamo che un Tfr medio si possa aggirare sui 30 mila euro. Spalmato, ad esempio, in 30 anni di lavoro fa mille euro all’anno. Ovvero? Circa 80 euro all’anno. Un po’ poco per parlare di “grande sorpresa” o addirittura di stipendio raddoppiato.
Blitz Quotidiano
redazione@aetnanet.org