Nell'ordinamento
italiano i tribunali amministrativi
regionali (TAR) sono
organi di giurisdizione amministrativa, competenti a giudicare sui
ricorsi proposti contro atti amministrativi da privati che si ritengono
lesi, in modo non conforme all'ordinamento giuridico, in un proprio
interesse legittimo. Si tratta di giudici amministrativi di primo
grado, le cui sentenze sono appellabili dinanzi al Consiglio di Stato.
In generale, la giurisdizione dei TAR concerne la legittimità,
ovvero la conformità o meno a regole giuridiche, di atti lesivi
di interessi legittimi, ma in casi eccezionali attiene anche al merito
(vale a dire a valutazioni di opportunità dell'azione amministrativa).
In alcune materie, come quella costituita dal pubblico impiego, nei
limitati casi ancora oggi previsti dalla legge, tale giurisdizione,
oltre che agli interessi legittimi (posizioni dei singoli, tutelate
dall'ordinamento in quanto coincidenti con un interesse pubblico
generale) si estende anche ai diritti soggettivi. Con la propria
decisione il TAR, ove ritenga fondato il ricorso, annulla il
provvedimento impugnato, e l'autorità amministrativa dovrà uniformarsi
ai criteri in essa fissati; le sentenze del TAR sono immediatamente
esecutive e acquistano valore di cosa giudicata, infatti, il caso
concreto deciso non può essere dedotto in altro giudizio, ove, entro
sessanta giorni dalla notificazione della decisione, non sia stato
proposto appello.
Nel caso della prova preselettiva per il concorso DS, le dinamiche di
questi ultimi giorni, sintetizzate nei tentativi, più o meno velati, di
imbavagliare o condizionare il libero pensiero di chi scrive le ragioni
degli esclusi, nell’organizzazione di non ben precisati comitati, che
dovrebbero tutelare i diritti degli idonei da eventuali procedimenti di
sospensione del concorso, nella presa di posizione di associazioni di
docenti, nazionali e locali, di sindacati e riviste tematiche,
fanno pensare ad una situazione concorsuale ben cristallizzata e
definita. In altre parole viene data quasi per certa, con un mese
di anticipo sulla sentenza ufficiale, la sospensiva del TAR del Lazio,
all’ingiusta esclusione di ben 24000 docenti dal tanto discusso
concorso. Ad oggi quasi 5000 docenti hanno fatto ricorso, di cui circa
2000 solo con l’ANIEF, ma l’atteggiamento incomprensibilmente
arrogante di chi ha passato la prova, sta creando un effetto
domino, per cui è prevedibile un numero ancor più elevato di
ricorrenti, che potrebbe comportare effetti poco controllabili per il
futuro del concorso. Un aspetto che fa molto pensare, al di fuori della
poco dignitosa contrapposizione tra idonei ed esclusi, è quello della
difficoltà, paventata in alcuni forum, di alcuni insegnanti nel
sostenere l’onere economico del ricorso. Un'altra umiliazione, quella
degli stipendi inadeguati al ruolo sociale ricoperto dall’insegnante,
che fa coppia con l’offesa didattica subita in questa erronea prova
preselettiva.
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicoficara@alice.it