Si vuole riportare una sintesi di articoli comparsi ultimamente su alcuni siti che hanno trattato l’argomento concorso per Dirigenti Scolastici. Cominciamo con il sito della Dirpresidi (http://www.dirpresidi.org/478-il-concorso-a-preside-a-caserta-tra-mazzette-e-millantatori.html ) che scrive di un esposto redatto da parte di un Dirigente Scolastico della provincia di Caserta. In questo esposto si evidenzia che un noto dirigente scolastico della stessa provincia avrebbe organizzato, presso la Direzione Didattica di Carinaro, un corso di preparazione al concorso per dirigenti scolastici, rivolto a un numero chiuso a 30 docenti aspiranti candidati al citato concorso. Il numero chiuso del corso di preparazione, stando all’esposto, dipendeva dal fatto che, “nella spartizione dei posti messi a concorso, a lui (Il dirigente scolastico organizzatore) ne spettavano 30”. Si legge ancora nell’esposto: “Considerato che i candidati del precedente concorso preparati dallo stesso Dirigente avevano tutti superato il concorso, è iniziata la corsa a chi faceva prima ad iscriversi al corso. Chi non ha fatto in tempo ha reagito; ha parlato e così sono emerse anche le condizioni per aspirare ad uno dei 30 posti: 1) Si doveva obbligatoriamente iscriversi alla DIRPRESIDI versando €. 1.000( iscrizione fasulla, fatta all’insaputa della stessa DIRPRESIDI ); 2) Prima della prova scritta bisognava versare altre 4.000 euro che avrebbero assicurato (da parte di un alto dirigente del MIUR) l’interessamento presso la Commissione; 3) Superato il concorso bisognava versare ulteriori 5.000 euro.” Continuiamo con un articolo da La Stampa di Maria Teresa Martinengo, dove si descrive che in Piemonte ben nove aspiranti Dirigenti scolastici, durante l’espletamento delle due prove scritte, sono stati espulsi dal concorso, perché avevano introdotto in aula materiale che il regolamento proibiva tassativamente. Sono stati colti sul fatto mentre nascondevano “pizzini” all’interno di manuali tecnici. Questi imbarazzanti quanto sconfortanti episodi, hanno avuto un seguito, oltre l’ eliminazione dal concorso, con i relativi commenti del direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale Alessandro Militerno «l’espulsione di una decina di candidati è stata una sorpresa. Avrebbero dovuto raggiungere i massimi livelli della dirigenza della scuola, invece si sono comportati come i loro allievi dodicenni», e del presidente dell’Asapi, l’Associazione delle scuole autonome del Piemonte, Tommaso De Luca «il preside manager non dovrebbe dimenticare quello che è stato ed è il suo primo mestiere, l’educatore. E al mattino dovrebbe sempre potersi guardare allo specchio». Infine, dopo questo spaccato, che evidenzia la dimostrata pochezza intellettuale e morale di alcuni candidati idonei alla prova preselettiva, giunge il 21 dicembre l’ordinanza del Consiglio di Stato che cerca di restituire la giusta collocazione, riferibile al possibile annullamento, ad un concorso disgraziato. Il CdS, infatti, così dice: “ i motivi dedotti investono profili di legittimità dell’intera fase di selezione basata su quiz a risposta multipla, con la conseguenza che essi, qualora dovessero risultare fondati in sede di decisione nel merito, determinerebbero l’effetto demolitorio dell’intera procedura, con obbligo di rinnovazione della stessa e coinvolgimento di tutti i partecipanti al concorso, e dunque con pieno effetto satisfattivo delle pretese azionate dai concorrenti non ammessi al prosieguo delle prove”. A prescindere dal contenzioso giuridico tra idonei ed esclusi dalla prova preselettiva, una cosa è sicura, di aspiranti presidi che imbrogliano pagando mazzette, che copiano introducendo in aula “pizzini” di supporto informativo, e di presidi che millantano ipotetiche spartizioni di posti messi a concorso, la scuola italiana può farne sicuramente a meno.
Aldo Domenico Ficara
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