Prendo spunto
da un autorevole messaggio, fatto lo scorso 27 dicembre,
sulla pagina Facebook “Regolarità e trasparenza nel concorso per
dirigenti scolastici “ dal Vicepresidente della Dirpresidi Salvatore
Indelicato, dove si afferma che la procura della Repubblica di Capua
Vetere ha avviato una indagine per la quale il sindacato ( Dirpresidi )
si é proposto parte civile. Sempre dalle pagine del sito della
Dirpresisi si può leggere un articolo dal titolo “Il concorso a preside
a Caserta tra mazzette e millantatori “ nel quale si evidenzia un corso
di preparazione al concorso per dirigenti, rivolto a un numero chiuso
di 30 docenti aspiranti candidati al citato concorso DS, dove il
numero chiuso del corso di preparazione, stando all’esposto, dipendeva
dal fatto che, “nella
spartizione dei posti messi a concorso, a lui (Il
dirigente scolastico organizzatore) ne spettavano 30”. Il
problema
deontologico è evidente, ma ancor più macroscopico è il dubbio su
quello degli altri ( n-30 ) posti messi a concorso, dove per n si vuole
indicare il numero di posti banditi per la regione Campania. Gli
interrogativi sono molti e la Procura della Repubblica di
Santa Maria Capua Vetere dovrà sbrogliare una matassa di
irregolarità senza fine. Uno dei punti che più mi fa pensare è
l’unicità del raggiro, in altre parole è solo il preside denunciato
l’unico depositario della vittoria sicura al concorso DS ? La logica
direbbe di no, infatti, perché lo stesso preside avrebbe fatto un corso
a numero chiuso limitandolo a soli 30 pseudo docenti ? Lo stesso poteva
lucrare di più, innalzando a suo piacimento il numero dei
corsisti. Ad esempio, nell’esposto denuncia si parla di un esborso pro
capite di diecimila euro a pseudo docente, per un totale di
trecentomila euro. Se il numero chiuso fosse stato innalzato a 50
pseudo docenti, l’organizzatore del corso avrebbe
guadagnato, in aggiunta, altri duecentomila euro ( non male in
questi tempi di crisi finanziaria ). Quindi è possibile che il limite
di 30 corsisti sia stato vincolato dal ( n-30 ) posti, destinati
probabilmente ad altri “ organizzatori di corsi “. La logica della
spartizione del potere, dei posti di lavoro, delle persone collocate
nei punti nevralgici del sistema Italia solo per motivi di consenso, è
più che collaudata, ed è per questo motivo che potrebbero esserci,
nelle prossime settimane, dinamiche di pentimenti, di
ravvedimenti, di accuse reciproche, di allargamenti a macchia
d’olio del raggiro. Concludo questo breve pezzo con il giustificare
l’uso del termine dispregiativo “ pseudo docente “, in quanto un
vero docente non baratterebbe mai, per nulla al mondo, la propria
dignità professionale per “trenta denari”.
Aldo Domenico
Ficara
aldodomenicofiocara@alice.it