Il
Peso della Verità di Adriano Di Gregorio
“Il Peso della verità” di Adriano Di Gregorio è finemente strutturato. L’autore
in un primo momento presenta separatamente tutti i vari personaggi e le loro
storie, diverse e distanti, che, però, col passare delle pagine si intrecciano
in modo tale da consentire il recupero a 360 gradi della straordinaria ed
avvincente unica storia.
Come ha affermato l’autore stesso, in sede di presentazione del libro,
l’ispirazione è da ricercare all’interno di una novella di Leonardo Sciascia,
Western di cose nostre, inserita nella raccolta “Il mare colore del vino” del
1973.
La vicenda trae spunto dall’omicidio di un ragazzo senegalese, Faruq, “che
veniva da una di quelle terre dove persino la vita era un lusso”. Partendo da
questo omicidio, il commissario Battaglia si ritrova a dover nuovamente indagare
– semmai avesse mai smesso – sull’omicidio della madre, avvenuto vent’anni
prima, e si ritrova anche ad interrogarsi sul perché proprio in quel momento
stessero “venendo fuori dei pezzi di un puzzle che ormai credeva fossero stati
per sempre sepolti, quasi a torturarlo e a rinnovargli il dolore”.
All’interno di questo filone principale si intrecciano perfettamente le vicende
di Monica una giovane maestra, e di Nené, un collaboratore di giustizia. Piano
piano ogni personaggio entra nella vicenda dell’altro in modo da fondare
un’unica grande storia. In un livello è posto l’omicidio di Faruq e le varie
indagini, in un altro livello, lontano nel tempo ma vicino negli affetti, si
pone l’indagine, ben più complessa e problematica, dell’omicidio della madre.
Oltre le vicende del giallo, si snoda una storia d’amore che coinvolge in modo
passionale il commissario. In realtà nel personaggio creato da Adriano Di
Gregorio c’è una forte discrepanza fra il Battaglia commissario e il Battaglia
uomo che è costretto a confrontarsi con i drammatici avvenimenti che gli hanno
devastato la vita e l’animo; infatti, Battaglia, là dove è insicuro e
provvisorio, come nella vita privata, si rivela, invece, lucido e deciso sul
lavoro. Questi contrastanti atteggiamenti sono espressi bene dall’autore il
quale riesce ad esplorare nel migliore dei modi le pieghe nascoste dell’animo
dei suoi personaggi e concede al protagonista de “Il peso della verità” tutte le
varie sfaccettature della fragilità umana.
Nel romanzo ci sono tutti gli ingredienti del giallo classico, come l’indagine,
i depistamenti ed il colpo di scena finale, ma soprattutto c’è il caso: “un
ascensore rotto” e la vita del commissario cambia in modo irreversibile. Alla
fine come in tutti gialli c’è lo scioglimento, sia del presente sia del passato.
Un capitolo a parte è da dedicare al rapporto di Battaglia con le donne che lo
accompagnano in tutte le varie fasi sia della sua vita, sia delle indagine; è
proprio nel rapporto con le donne che il personaggio palesa tutta la sua
fragilità, quasi a voler inconsciamente sostituire la figura materna.
Lo stile è piano e lucido, con delle belle pagine liriche nelle quali l’autore
si abbandona alla descrizione commossa e sentita della Sicilia ed in particolar
modo della costa jonica, con il mare acese, la montagna e le viuzze, descritte
sempre con commossa partecipazione.
In ultima analisi, vi consiglio vivamente il libro perché appena cominciate a
leggerlo non lo lasciate più.
M. Scuderi
(rfichera@tiscali.it)