Eccomi dunque alla ricerca di:
1. Appartamenti o residence che accettino animali di piccola taglia (ma se avessi un san bernardo?).
2. Stanze non a piano terra: che i gatti scappano e, dato che non sono a casa loro, poi magari si perdono.
3. Camere senza balconi, che poi se saltano da un balcone all'altro i gatti entrano nelle stanze altrui e quindi magari si perdono (idem) oppure spaventano qualcuno o lo fanno innamorare. E finisce che me li rapiscono i gatti.
4. Camere senza sottotetto, perché la gatta Brina finì nel sottotetto alto d'una casa alta a inseguire e vagheggiare leggiadri pennuti. Poi per la paura non tornava più: si chiamarono i pompieri, il carpentiere e la gatta rientrò, dal buco del tetto (come già scrissi un annetto fa).
Insomma alla fine delle esigenze mie e di mio marito chi si ricorda più?
Eppure eppure: mai potrei rinunciare a viaggiare con tutta la famiglia, e i gatti sono tre membri della mia piccola famiglia. Mai potrei pensare di lasciarli soli, o anche accuditi da qualcuno per più di un giorno.
Io sono esagerata lo so bene, esistono soluzioni alternative anche questo mi è chiaro. Tante soluzioni alternative, ma l'abbandono mai, mai l'abbandono. Mai!
Lo dico a voi che siete d'accordo con me, immagino, lo dico a voi perché si diffonda il nostro appello e arrivi a tutti e magari quel tipo lì, proprio lui, nel momento in cui sta per lasciare il suo cane in una strada piena di traffico o il suo gatto chissà dove, ci ripensi. Lo invito a mettersi nei panni del suo cane, del suo gatto, del suo amico animale e trovarsi solo, spaurito, abbandonato in una strada anonima, senza di lui, il suo compagno umano.
Tutti gli anni ripeto questa raccomandazione, con la crisi è ancora peggio e con gli anziani che muoiono e i loro figli o nipoti che abbandonano l'animale. Agli anziani suggerisco di lasciare l'eredità al cane, al gatto così di sicuro qualcuno si prenderà cura di loro.
Tu, proprio tu che stai pensando di fare una cosa così orrenda, lo abbandoneresti un cane così?
Argo, Il cane di Odisseo - (Odissea
libro XVII)
Mentre questo dicevano tra loro, un cane
che stava lì disteso, alzò il capo e le orecchie.
Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo
egli stesso allevò e mai poté godere nelle cacce,
perchè assai presto partì l'eroe per la sacra Ilio.
Già contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche
lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone,
giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli
che presso le porte della reggia era raccolto,
fin quando i servi lo portavano sui campi
a fecondare il vasto podere di Odisseo.
E là Argo giaceva tutto pieno di zecche.
E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agitò la coda
e lasciò ricadere la orecchie; ma ora non poteva
accostarsi di più al suo padrone. E Odisseo
volse altrove lo sguardo e s'asciugò una lacrima
senza farsi vedere da Euméo (...)
Mentre questo dicevano tra loro, un cane
che stava lì disteso, alzò il capo e le orecchie.
Era Argo, il cane di Odisseo, che un tempo
egli stesso allevò e mai poté godere nelle cacce,
perchè assai presto partì l'eroe per la sacra Ilio.
Già contro i cervi e le lepri e le capre selvatiche
lo spingevano i giovani; ma ora, lontano dal padrone,
giaceva abbandonato sul letame di buoi e muli
che presso le porte della reggia era raccolto,
fin quando i servi lo portavano sui campi
a fecondare il vasto podere di Odisseo.
E là Argo giaceva tutto pieno di zecche.
E quando Odisseo gli fu vicino, ecco agitò la coda
e lasciò ricadere la orecchie; ma ora non poteva
accostarsi di più al suo padrone. E Odisseo
volse altrove lo sguardo e s'asciugò una lacrima
senza farsi vedere da Euméo (...)
Maria Rosa Pantè - Gaianews.it
mrpante@libero.it