Era la
Provincia la grande assente all'incontro che si è svolto nei giorni
scorsi al liceo classico "Michele Amari" di Giarre. All'indomani della
diffida che le famiglie di cinque disabili gravi frequentanti
l'istituto superiore hanno indirizzato al preside Giovanni Lutri, alla
Provincia di Catania e, per conoscenza, all'assessore regionale alle
Politiche sociali, Giuseppe Bruno, tutto è rimasto esattamente come
prima. La vexata quaestio riguarda l'assistenza igienico-sanitaria
fornita ai ragazzi: ragioni economiche fanno sì che per l'anno
scolastico 2014/2015 la Provincia erogherà il servizio non più in
rapporto 1 a 1, ma ogni operatore si occuperà di 4/5 alunni. Salvo che
non venga decretata la necessità dell'assistenza individuale sulla base
della gravità di handicap. Gravità che fino all'anno scorso è stata, di
anno in anno, confermata.
A stabilire chi ha diritto all'assistenza in rapporto 1 a 1, da
quest'anno c'è il Piano educativo individualizzato (Pei), un documento
redatto da genitori e insegnanti in collaborazione coi sanitari che
hanno formulato le diagnosi dei ragazzi. «Ma è un cane che si morde la
coda - spiega un genitore - perché i nostri figli sono nelle stesse
condizioni dell'anno scorso. E quindi non possiamo mandarli a scuola
con un solo assistente ogni 3 ragazzi. Se non vanno a scuola, non potrà
essere scritto il Pei. Senza Pei la Provincia non assegna l'assistente
individuale e tutto ritorna al punto di partenza».
L'incontro al Liceo è stato organizzato dal preside al quale, nella
diffida, le cinque famiglie chiedevano di attingere al Fondo di
istituto per reperire le risorse necessarie al mantenimento
dell'assistenza ai ragazzi: «Ma non posso farci niente - spiega - in
quanto il Fondo di istituto (Fis) è una "cifra virtuale" per ampliare
l'offerta formativa ed è indirizzata solo a docenti e non docenti
interni alla scuola. Io non potrei mai pagare con il Fis persone che
non appartengono all'amministrazione scolastica, così come sarebbero
gli operatori. Né a scuola abbiamo, tra i nostri collaboratori,
personale formato per l'assistenza igienico-sanitaria. Più che
sollecitare la Provincia, davvero io non posso fare».
Quanto alla Provincia, «aveva mandato un rappresentante» ma «problemi
tecnici gli hanno impedito di arrivare»; dal loro punto di vista,
riferisce Francesco Schillirò, ragioniere generale dell'ente e
dirigente delle Politiche sociali, «la cosa procede normalmente.
Aspettiamo di ricevere i Pei e poi erogheremo l'assistenza secondo le
disposizioni che riscontreremo nei documenti».
Per interrompere questo circolo vizioso, le famiglie stanno mandando a
scuola i loro figli pagando di tasca propria gli assistenti
igienico-sanitari o rimanendo essi stessi accanto ai loro ragazzi nelle
ore scolastiche: solo così potrà essere stilato l'ormai celebre Piano
educativo individualizzato senza il quale la Provincia non sa più se un
ragazzo è ancora disabile grave oppure no e, di conseguenza, quanti
assistenti assegnargli. Intanto, dai genitori è partito il ricorso al
Tar per richiedere la sospensiva immediata dell'atto che prevede un
assistente ogni tre disabili gravi e carrozzati e la conferma del
rapporto 1 a 1 sulla base delle precedenti disposizioni».
Lorena Leonardi - La Sicilia 11
ottobre 2014