Nella
premessa al documento di CONFINDUSTRIA sulla scuola [7 ott 14] è
scritto: "Un sistema dominato dal
caso che ti entusiasma una volta con
un educatore straordinario, ti punisce un'altra con un insegnante del
tutto inadeguato". Asserzione rinforzata da: "Occorre ridare
forma a questa strana chimera istituzionale". Stupefacente il fatto che
la confederazione degli industriali, dopo aver enunciato il problema,
formuli proposte indipendenti dai fondamenti delle scienze
dell'amministrazione e dalla prassi progettuale. Si è dimenticata che
la progettazione si fonda sulla specificazione del risultato atteso e
raffini per formulare strategie? Perché la noncuranza per i momenti
qualificanti la razionale gestione del servizio scolastico: 1)
elencazione delle competenze generali che facilitano l'ingresso dei
giovani nel sociale [formazione]; 2) identificazione delle capacità ad
esse sottese [educazione]; 3) ideazione delle modalità di convergenza
degli insegnamenti verso i traguardi comuni [istruzione]
prescritti dall'art 2 della legge 53/2003? Come mai non ha
rilevato che nel documento governativo "La buona scuola" la volontà del
legislatore è elusa, nonostante il suo rigore scientifico? [Tematica
sviluppata in rete contrapponendo "buona" a "efficace"]. Come ha
potuto non accorgersi della banalizzazione del "principio di
distinzione" tra potere di indirizzo e potere di gestione, enunciato a
pag. 71, appiattito sull'insegnamento? Perché non ha sottolineato che
si persevera nell'errore del 1974? I decreti delegati sono stati
sterilizzati per il sistematico e generalizzato rifiuto di
ristrutturare il servizio scolastico in conformità agli avanzamenti
delle scienze dell'organizzazione. Preoccupante ma significativa
appare anche la mancata rilevazione di un'insidia latente, seme
di un insanabile conflitto tra organismi scolatici: il collegio dei
docenti sarà titolare "esclusivo della programmazione didattica",
tipico e protetto ambito della professionalità del singolo docente.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it