Dal 28 maggio al 2 ottobre il Polo Museale del Lazio presenta al Museo Hendrik C. Andersen, a Roma, la mostra “Femminile e femminino. Donne a casa Andersen”, curata da Maria Giuseppina Di Monte e organizzata in collaborazione con Emilia Ludovici; attraverso le opere dei fratelli Hendrik e Andreas Andersen la rassegna propone un viaggio nell’universo femminile a cavallo fra Ottocento e Novecento.
Il percorso espositivo intende mettere in luce aspetti duraturi o mutevoli della complessa costellazione del femminile; fu Johann Wolfgang von Goethe a coniare la definizione di "eterno femminino" affermando nel Faust: «tutto ciò che passa non è che un simbolo, l'imperfetto qui si completa, l'ineffabile è qui realtà, l'eterno femminino ci attira in alto accanto a sé». In questo modo lo scrittore tedesco enfatizza la potenza della donna che attira al cielo e conduce l'uomo fuori della dimensione del tempo.
La mostra presenta la cospicua collezione di ritratti, generalmente non visibili, che insieme agli arredi, alle fotografie d’epoca, ai libri e alle sculture testimoniano lo sforzo di Hendrik di trasformare la sua abitazione in un luogo vivo e pulsante di relazioni e di scambio. La casa, da sempre simbolo del femminile, s’identifica qui con il corpo della donna che assurge così a simbolo, raccontando le storie dei personaggi che l’hanno vissuta e frequentata: attraverso un intreccio fatto di oggetti e memorie l'esposizione ricostruisce un’epoca e un modo di abitare.
www.culturaitalia.it
Il percorso espositivo intende mettere in luce aspetti duraturi o mutevoli della complessa costellazione del femminile; fu Johann Wolfgang von Goethe a coniare la definizione di "eterno femminino" affermando nel Faust: «tutto ciò che passa non è che un simbolo, l'imperfetto qui si completa, l'ineffabile è qui realtà, l'eterno femminino ci attira in alto accanto a sé». In questo modo lo scrittore tedesco enfatizza la potenza della donna che attira al cielo e conduce l'uomo fuori della dimensione del tempo.
La mostra presenta la cospicua collezione di ritratti, generalmente non visibili, che insieme agli arredi, alle fotografie d’epoca, ai libri e alle sculture testimoniano lo sforzo di Hendrik di trasformare la sua abitazione in un luogo vivo e pulsante di relazioni e di scambio. La casa, da sempre simbolo del femminile, s’identifica qui con il corpo della donna che assurge così a simbolo, raccontando le storie dei personaggi che l’hanno vissuta e frequentata: attraverso un intreccio fatto di oggetti e memorie l'esposizione ricostruisce un’epoca e un modo di abitare.
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