Il 26 Gennaio scorso, gli studenti del Liceo Majorana di San Giovanni La Punta
hanno dato vita ad un evento culturale in ricordo della Shoah
regalando meravigliose emozioni ai fortunati spettatori, compagni di
scuola, docenti, rappresentanze delle famiglie degli alunni e i
dell'Amministrazione comunale di San Giovanni La Punta, l'Assessore
alla Cultura Scalia, in primis, che ha portato i saluti del Sindaco
Bellia impossibilitato a partecipare.
"La memoria e il volto",
performance/"spettacolazione" corale, apprezzata da tutta la
comunità scolastica, grande parte della quale è stata coinvolta (avendo
direttamente contribuito alla sua riuscita), ha avuto luogo
all'Auditorium del Liceo Majorana, presso il Centro scolastico
Polivalente.
La laboratorialialità che l'evento ha sotteso ha consentito la
rielaborazione culturale - creativa di una comunità scolastica aperta e
plurale: vi sono stati momenti altissimi e toccanti, di grande
efficacia, suggestione, fortemente evocativi delle atrocità e, allo
stesso tempo, di grande valenza estetica e pedagogica.
Bellissime pure le foto scattate dai ragazzi nel laboratorio
fotografico per l'allestimento della mostra sul tema della Shoah.
L' evento di grande spessore umano e culturale meriterebbe ulteriore
visibilità (che si spera di poterle dare con possibili repliche nei
luoghi di incontro e cultura del territorio).
Un plauso particolare va rivolto ai docenti dei Dipartimenti di
"Discipline ermeneutiche" e di Sostegno che hanno permesso all'uditorio
di assistere a momenti intensi e altissime performance di teatro
inclusivo, anima e cuore della manifestazione, con il
coinvolgimento di studenti, abili interpreti dei personaggi più
inquietanti e foschi, come di quelli più fragili e indifesi.
Nell'ambito del progetto è stata realizzata anche una ricerca musicale
relativa alla tradizione musicale ebraica. Brani appartenenti alla
tradizione liturgica ebraica e danze klezmer sono stati eseguiti dal
vivo. Alcune studentesse della Majorana Band hanno costruito
sulla musica pregevoli coreografie contemporanee.
Toccanti e incisivi momenti sono stati anche quelli in cui alcuni
docenti hanno portato la loro testimonianza personale di i ricordi
familiari e rievocato le coordinate e i contesti spazio temporali
dell'Olocausto, dei Totalitarismi, dei genocidi di masse e della
Seconda Guerra Mondiale.
Davvero, può dirsi, mutuando Emmanuel Lèvinas che il volto dell’altro è
strumento per rivelare, per restituire memoria.
L'etica ha senso solo se è responsabilità per l'altro che si presenta
con un volto che parla chiedendo anche alle giovani generazioni di
ricordare alle future, di essere vigili, attente e responsabili che
l'orrore di ieri non si rinnovi mai più.