Molti i segnali
negativi preoccupanti. In crescita la disoccupazione
giovanile; in perdita le entrate dello Stato (leggasi
evasione fiscale); in difficoltà il decollo economico; in crisi
la famiglia e la scuola. Aggiungasi, - per non farci mancare nulla -,
un triumvirato governativo che si muove a vista, e ogni giorno se
ne inventa una nuova di politica! Nel frattempo, i principi valoriali,
su cui poggia la trama del tessuto della convivenza civile, si
sfilacciano a misura che, allentandosi tutti i freni inibitori che
aprono la strada alla pratica del "ciò ch'ei piace, ei lice", ognuno si
sente autorizzato ad avere il diritto di agire come vuole, fuori di
ogni regola etica, di ogni senso della misura, e del rispetto degli
altri. La società "liquida" del consumismo e dell'apparire sembra
promuovere al successo una antropologia istintuale, tutta muscoli,
priva di scrupoli, sfrontata arrivista egoista individualista, ecc. ecc.
Che fare ? Come uscire da cotanto pantano? Come dare un senso
positivo alla politica, se essa non si mette al servizio del bene
comune, anche - se necessario - con spirito di sacrificio, se non si fa
solidale con i soggetti sociali più deboli comprendendone, e
risolvendone, i bisogni?
Lo so che alla politica il "trascendente" non è proponibile; e,
tuttavia, non è concepibile una politica senza una visione che
vada oltre la contingenza temporale, che proceda senza un
orizzonte convincente ai sacrifici da affrontare.
Senza idealità, senza etica, senza il rispetto della
dignità della persona, la politica, qualsiasi politica è
destinata, prima o poi, fatalmente, a fallire!
Nuccio Palumbo