Molti non amano gli
artisti intellettuali poeti che si contraddicono; li trovano
narcisisti, egoisti, non credibili, fatui e inaffidabili,
dimenticando, o non capendo, che i "signa" delle loro
contraddizioni sono spesso segni anche della loro grandezza
e sofferente lucidità, stemma e stigma insieme. Pieni di incertezze e
di dubbi, e di interrogativi, poeti artisti intellettuali
sono uomini che umilmente cercano la verità,
consapevoli che la umana ragione,
e il rampollante critico pensiero spesso
soccombono alla complessità del reale nonché
alla volontà loro in-decisa su cosa fare o non
fare.
A caratterizzarli è proprio codesto doloroso, inevitabile relativismo
agnitivo! Operosi e abulici al tempo stesso per costituzione,
l'intellettuale, l'artista il poeta, sono soggetti alla
nevrastenia, e, pur sani, s'immaginano pieni di malattie! Perché,
alla base della loro vita c'è il male di esistere, e la consapevolezza
della precarietà consustanziale a ogni essere vivente. Il
sentimento della infinita vanità del tutto.
Ed io, ho grande rispetto per la loro egoicità, non eroica ma
dolorosamente problematica, signum della loro
profonda e dolorante umanità.
Nuccio Palumbo