E come ascoltare una
storia antica, in famiglia, rosolati dal camino, mentre fuori si
scatena il buio e il vento gelido dell’inverno. Siamo agli sgoccioli
del vecchio anno, nella lunga notte in attesa dell’alba, del nuovo
sole, del nuovo anno. E pare di sentire ancora la voce della nonna che
racconta favole e storie fantastiche di maghi, di cammelli, di
incantesimi. O il timbro gentile, sereno, calmo, del maestro di scuola
che racconta una storia, con parole semplici, pulite, ricercate…
“Sognai la scuola, una notte. / Vuota, buia, sgangherata. / La sognai
tante volte, come si sogna il pranzo di Natale. / Nuda, senza sedie,
senza voci. / La sognai lontana, dietro i monti / vicina alla scuola di
Barbiana. / La sognai ferma, decisa, indaffarata / come si sogna una
finale mondiale”.
Quando la scuola diventa poesia, anche senza rime, senza assonanze,
senza enjambement.
Anche senza le parole “cuore amore le più antiche, difficili del mondo”
come diceva il poeta.
Anche senza l’intervento della metrica, della parafrasi, della
sintassi.
Anche senza il verso sciolto o l’aiuto del poeta laureato.
Perché la scuola è poesia quando incide nella vita dei ragazzi, quando
tenta di cambiare il corso delle cose, quando chiede a ognuno coscienza
e responsabilità. La scuola è poesia quando è presente anche se sta in
silenzio, quando è attuale anche se coniuga il passato e il futuro,
quando è viva anche se sommersa da mille problemi. La scuola partecipa
alla vita di ogni cittadino, anzi di più, crea la vita di ognuno di
noi. Di più, modella la vita, la forgia, la modifica, la trasforma,
fino a farci diventare cittadini del domani, fino a farci sentire
adulti responsabili, fino a farci essere uomini e donne del nostro
difficile tempo.
E la scuola è poesia quando coltiva sogni e speranze, desideri e
delusioni, progetti e soddisfazioni, sorrisi e pianti. Per tutti,
alunni, docenti, dirigenti, famiglie. Perché la scuola è di tutti e per
tutti. E gli insegnanti, quelli veri, in fondo sono dei poeti, perché
credono e combattono ogni giorno per un mondo migliore, perché credono
ai propri alunni, alle loro aspettative, alle loro potenzialità, alle
loro capacità.
In fondo gli insegnanti credono anche a loro stessi, alla loro
professione, alle loro competenze, alla potenza della scuola in grado
di cambiare il mondo. Non di sole circolari vive la scuola, non di sole
vacanze vivono gli alunni, non di solo stipendio vivono gli insegnanti.
Ma di ogni parola, che sia semenza per un futuro da costruire. Buon
anno a tutti!
Angelo Battiato