E poi
arriva la notte prima degli esami. Arriva anche in questo difficile
anno scolastico. Arriva all’improvviso, così, senza che neppure ce
n’accorgiamo, arriva in un battibaleno, come tutte le cose che
s’aspettano con ansia, con agitazione e con turbamento, arriva subito,
arriva e basta. L’abbiamo aspettata lungamente, da tempo immemorabile,
che ci sembrava irraggiungibile. Forse è arrivata troppo in fretta,
come tutte le cose “che non vediamo l’ora che arrivino”, o forse troppo
tardi (ma il tempo è galantuomo, e saprà riporre ogni cosa a suo
posto!). Ma è arrivata la “fatidica e mitica” notte prima degli esami,
in questo tempo sospeso, tra la paura d’uscire di casa e la voglia di
abbracciare, in questo anno storico e incredibile, tra chi vuole gli
“esami online” e chi li vuole “in presenza”, e sarà comunque un esame
unico e irripetibile per la storia della scuola italiana.
Ma questa non sarà una notte prima degli esami uguale a tutte le altre,
“come un anno non è uguale a un altro anno”, come “non semu tutti ‘i stissi”. Non è
una notte silenziosa, traditrice, misteriosa, non è una notte da lupi,
una notte di luna piena, una notte d’aver paura. “Questa notte è ancora
nostra”,… e sarà nostra per sempre, custodita come un bene prezioso,
nei luoghi più ameni e segreti dell’anima, ci terrà compagnia, come un
cofanetto di segreti, carica d’emozioni, “di lacrime e preghiere”, e di
ricordi.
Si, sarà una lunghissima notte di ricordi, da riempire il nostro cuore,
come il pullman del mattino, come la littorina nell’ora del ritorno,
come un treno superveloce, come una nave da crociera pronta a salpare
per luoghi inesplorati, per mete incontaminate. E non ricordo solamente
“quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla”, non
ricordo soltanto la canzone di Venditti, non ricordo solo i ritorni a
casa, e quella luce in fondo al corridoio delle elementari,… ricordo,
invece, qualcosa di più importante, di magico, d’ineffabile. Ricordo la
vita vissuta.
Ma uno mi ritorna in mente, più di tutti, un ricordo nitido e dolce,
come il primo bacio, come la prima stella del mattino, come la luce che
cercavano gli antichi naviganti per veleggiare su mari tranquilli, come
la foto dell’innamorata tra le mani dei soldati in trincea, come la più
bella delle poesie…
Quando l’altr’anno, per combattere l’Ingiustizia, mentre stavamo per
uscire da scuola, proprio sull’uscio, il ragazzo si girò
all’improvviso, e si fermò un attimo, un lunghissimo, interminabile
attimo, e guardò fisso, intensamente, verso un indefinito e preciso
punto d’orizzonte all’interno dell’edificio,… e chissà cosa vide in
quell’istante, quali figurazioni, quali immagini, cosa guardò, cosa
ricordò aldilà del tempo e dello spazio,… forse vide tutto il suo
tempo, tutto il suo spazio, tutta la sua giovinezza vissuta in quei
luoghi, il desiderio di imparare, la voglia di vivere, le gioie e le
sconfitte, i momenti allegri e quelli brutti, i dibattiti e le risate
con i compagni, le fragilità e le speranze, gli attimi irripetibili,
gli anni più belli e spensierati della sua vita.
In un solo lunghissimo sguardo, vide il passato mai passato, e il
futuro che verrà.
Poi all’improvviso, come prima, quasi di corsa, girò gli occhi e non si
voltò mai più,… andò via, verso la nuova vita.
Poi, come Dante e Virgilio,… “uscimmo a riveder le stelle…”.
Questo ricorderò quando sarà finita la mia notte prima degli esami,… e
inizierà la luce del nuovo giorno.
Angelo Battiato