Il documento datato 23-10-2007 redatto a cura del Comitato tecnico permanente del Comitato Interministeriale per gli Affari Comunitari Europei (CIACE) del Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri indica lo stato dell’arte e in dettaglio nella parte prima, vengono esaminate l’evoluzione dell’economia italiana e dei conti pubblici nel biennio 2007-2008 e il quadro programmatico di medio termine, con particolare riferimento alla manovra di bilancio del 2008, nella seconda parte sono analizzati l’ampliamento dell’area di libera scelta per i cittadini e per le imprese, la ricerca e l’innovazione tecnologica, il miglioramento della dotazione di infrastrutture, la tutela dell’ambiente, la politica per l’energia rappresentano i principali settori di intervento microeconomico e nella terza parte sono argomentate le politiche del lavoro, la formazione, l’istruzione e la sanità ….
In riferimento alla formazione e istruzione viene indicato :
Puntare su una strategia di apprendimento continuo e miglioramento della qualità dell’istruzione garantendone l’adeguatezza al mercato del lavoro
L’Italia ha attivato una strategia che punta a migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione professionale, garantendo nel contempo un elevato grado di coesione sociale.
L’adozione di standard professionali, formativi, di riconoscimento e certificazione delle competenze coerente con il quadro europeo delle qualifiche (EQF) costituisce un asse prioritario dei Programmi Operativi Nazionali (PON) a titolarità del Ministero del Lavoro finanziati dal Fondo Sociale Europeo per il periodo 2007-2013.
Il quadro nazionale delle qualificazioni dovrebbe essere definito entro giugno 2010 mentre la trasposizione operativa degli standard nelle diverse realtà regionali dovrebbe avvenire nei 12 mesi successivi.
Gli attuali indirizzi politici in materia di istruzione, assunti in gran parte dalla Legge Finanziaria 2007, evidenziano le linee di intervento che aprono alla qualità ed all’equità del sistema. Tra le più rilevanti, si segnalano il proseguimento dell’obbligo scolastico fino a 16 anni (10 anni di istruzione) e l’ampliamento dell’offerta prescolastica che permettono di rendere più equo il sistema complessivo.
Nella consapevolezza che l'istruzione può dare un contributo decisivo alla ripresa della crescita della produttività e all'aumento della mobilità sociale del Paese, nonché al "benessere" degli individui, i Ministeri della Pubblica Istruzione e dell'Economia e Finanze hanno predisposto nel corso dell’anno un "Quaderno Bianco sulla Scuola" per individuare le azioni per migliorare i risultati della scuola e le competenze degli studenti e gli interventi di razionalizzazione per finanziarle.
Va, infine, sottolineato, il contributo consistente dei Fondi strutturali europei destinati alle scuole delle Regioni dell’Ob. 1 al conseguimento degli obiettivi di Lisbona. Il Programma Operativo Nazionale “La Scuola per lo Sviluppo” per il periodo 2000/2006, sia pure con limitate risorse finanziarie, è stato destinato interamente ad azioni finalizzate al conseguimento della riduzione della dispersione scolastica, alla formazione dei docenti, allo sviluppo della società dell’informazione ed a sostenere un sistema di life long learning attraverso un ampio intervento di istruzione per gli adulti.