Esame
di maturità? Sì ma solo a pagamento. Le scuole arrancano tartassate
dalle ristrettezze economiche e molte, per prendere una boccata
d’ossigeno, si sono inventate una nuova soluzione: una doppia tassa di iscrizione all’esame di
maturità. Succede anche a Bologna e provincia dove, oltre al
versamento obbligatorio di 12,09 euro da far pervenire all’Agenzia
delle Entrate, diversi istituti impongono agli studenti una seconda imposta che parte dai 10 euro e può
arrivare oltre i 50.
(da Corriere Bologna)
IL CONTRIBUTO - In teoria
dovrebbe essere un «contributo volontario» per le spese che le scuole
sostengono per gli esami (fotocopie, carta, materiali) ma a Bologna
solo il Liceo Fermi lo specifica. In ogni caso, fra i documenti
riepilogativi necessari da allegare all’iscrizione, è elencato anche il
secondo bollettino da 30 euro. «La scuola è sempre più in difficoltà,
non ha fondi — spiega la dirigente scolastica del Fermi, Elviana Amati
— in quei 30 euro che chiediamo è compreso un contributo a vari
progetti post diploma. Se gli alunni non lo pagano non vengono
discriminati ma nel caso le spese devono sostenerle per loro gli altri
studenti».
TASSA - In molti altri istituti, invece, sul modulo della domanda di
iscrizione all’esame, il contributo viene chiamato tassa scolastica. È
il caso dell’Istituto Alberghiero Scappi di Castel San Pietro, che
chiede 55 euro. La cifra del contributo è variabile e a totale
discrezione degli istituti. Così, le Laura Bassi, dicono dalla
segreteria, vogliono 48 euro, mentre l’Itc Crescenzi-Pacinotti si
limita a reclamare 20 euro. L’Itis Alberghetti di Imola chiede agli
alunni, oltre ai 12,09 euro canonici, altri 16 euro e nella circolare
che lo comunica li definisce «tassa d’esame» e specifica,
sottolineandolo, che devono «essere versati da tutti gli allievi
indistintamente». Il meno esoso parrebbe il Liceo Artistico Arcangeli
di Bologna: 10 euro aggiuntivi. Sulla circolare scolastica, in realtà,
si parla di 50 euro e di tassa scolastica, non di contributo volontario
per gli esami di Stato, ma il preside, Vittorio Biagino, informa che si
tratta di un errore. «Quella cifra si riferisce alla tassa per i
privatisti — dice — che comunque non è di 50 ma di 100 euro». «In ogni
caso — aggiunge — i nostri esami sono molto costosi perché comprendono
l’acquisto di materiali artistici, di nuovi software e l’affitto di una
modella per il disegno dal vero. Con i fondi della scuola non si riesce
più a comprare niente e il Governo ci deve 600.000 euro».
PROVVEDITORE - L’Ufficio scolastico regionale, informato del fatto che
molte scuole chiedono una doppia tassa di maturità senza specificare
che è un contributo volontario, cade dalle nuvole. Il dirigente
Marcello Limina che, dicono dall’ufficio stampa, ne era totalmente
all’oscuro per ora non si pronuncia. Giorni fa il Ministro della
Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini aveva dichiarato che le scuole
chiedono contributi alle famiglie con troppa leggerezza. «È molto
scorretto che alcuni istituti domandino un’altra tassa per poter
sostenere l’esame e non specifichino che è un contributo volontario —
dice Domenico Altamura, preside del Liceo Righi — ma è anche vero che
le scuole non sanno più dove prendere i soldi». E E prosegue: «Il
governo ha un debito con il mio liceo di 360.000 euro ma i contributi
le scuole dovrebbero chiederli ad inizio anno e non come condizione per
dare l’esame di Stato, anche perché la tassa si paga a novembre, se poi
un alunno non viene ammesso versa la cifra inutilmente».