«Occorre
predisporre uno specifico strumento legislativo che, mettendo al centro
la famiglia, ne sostenga lo sforzo educativo attraverso un'adeguata
fiscalità che possa consentire una reale libertà di scelta» tra la
scuola pubblica o privata. Lo afferma il ministro dell'Istruzione,
Mariastella Gelmini, in un messaggio di commento alla ricerca sulla
scelta delle famiglie per la scuola paritaria presentata oggi al Senato
da alcune associazioni di genitori di alunni delle scuole cattoliche e
paritarie, tra cui Agesc, Cdo-Opere educative e Cnos-Scuola.
Gelmini sottolinea che pur avendo attraversato un momento di
congiuntura economica difficile, «siamo riusciti a garantire i
finanziamenti per le scuole paritarie senza riduzioni significative» e
condanna le numerose notizie «totalmente false» che parlano di tagli
alla scuola statale fatti per aumentare i finanziamenti alla scuola
paritaria. «Si vuole alimentare - dice - la contrapposizione tra scuola
statale e privata alzando steccati ideologici». La scuola, secondo il
ministro, è un «bene comune» che «non può essere ridotto a una sola
dimensione: entrambe, sia la statale che la privata, sono scuole
pubbliche e possono essere buone o meno buone. Per entrambe è
necessario garantire ai genitori la libertà di scelta».
Dallo studio intanto emerge che l'8,4% delle famiglie sceglie la scuola
statale per i propri figli perchè costretta da vincoli economici, pur
non concordando con l'idea che debba esistere una sola scuola uguale
per tutti. Secondo la ricerca - commissionata al Dipartimento di
Scienze Antropologiche della Facoltà di Scienze della Formazione di
Genova e svolta su un campione di 728 genitori di Genova, Padova,
Bologna, Bari, Firenze e Catania - il 75% delle famiglie è comunque
orientato a scegliere la scuola statale a prescindere dal costo; il
3,3% sceglie la scuola paritaria, dopo un'esperienza alla scuola
statale, indipendentemente dal costo (o perchè se la può permettere o
perchè può fare sacrifici); il 18% non è disposto a fare sacrifici per
iscrivere il figlio alla scuola privata perchè non può permetterselo
(11,8%) o per scelta (6,2 per cento).
«l'infondatezza del timore che si verificherebbe una fuga dalla scuola
statale nel caso in cui si attivassero meccanismi di sostegno economico
poichè riguarderebbe al massimo meno di una famiglia su 5». Inoltre,
«il saldo tra risparmio di spesa statale (dovuto alla migrazione di
studenti verso la paritaria) e la spesa per il contributo economico per
incentivare l'iscrizione alla paritaria (considerando un ammontare di
1.500 euro) sarebbe positivo». (di Claudio Tucci da IlSole24Ore)
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