Ormai non si contano
più i movimenti di mobilitazione, spontanei o meno, per salvare
la vita a Sakineh, questa donna iraniana accusata di complicità in
omicidio del marito.
L’evidente scalpore che ha suscitato questo caso, però, merita una
riflessione, anche a costo di apparire una voce fuori dal coro, fermo
restando la condanna della pena di morte in qualunque forma e in
qualunque posto essa si manifesti.
La prima riflessione deve scaturire dalla verifica di alcuni luoghi
comuni, purtroppo molto diffusi e non a caso, che coinvolgono il mondo
islamico. E’ pur vero, infatti, che in Iran esiste un altissimo
livello di alfabetizzazione femminile; la maggioranza di loro si laurea
e occupa professioni di prestigio il che smentisce, chiaramente, l’idea
che le donne iraniane siano tenute in uno stato di segregazione. Per
l’opinione pubblica, però, tutto il mondo islamico viene visto secondo
un modello omologante che accomuna Iran, musulmani sciiti e talebani
secondo un unico stereotipo, per lo più falsato e che non tiene
conto che alcune usanze come il burka, l’infibulazione e altre pratiche
tipiche di alcuni paesi siano di derivazione autoctona, usanze locali
antiche, addirittura alcune anche pre- islamiche.
A questo punto si dovrebbe riflettere
anche sul concetto di “libertà” delle nostre donne occidentali. E
se viene ritenuto aberrante secondo la nostra idea di “libertà”
l’uso dello chador ( il velo che deve coprire solo i capelli e
non il volto delle donne musulmane secondo la tradizione coranica
ortodossa) che cosa dire allora della continua esposizione e
mercificazione del corpo femminile non solo a livello mediatico ma
anche per “ fare carriera” che abbiamo nel nostro civile mondo
occidentale?
Può sembrare paradossale ma se per
essere “facilitate” a fare un esame o a vincere un concorso bisogna
mostrare le gambe, a questo punto, è molto meglio lo chador che per lo
meno impone agli altri di valutarti per quello che sei e per quello che
vali e non per l’aspetto fisico! E’ ovviamente una provocazione ma c’è
poco da scherzare riguardo l’interpretazione errata di libertà che
viene spacciata per vera nella nostra società; la cosa più odiosa
è che viene vista anche come un modello privilegiato e quindi
superiore, accettato e ripetuto quasi da tutti ma senza la minima
criticità in merito.
L’Iran, inoltre, è uno stato sovrano, autonomo e libero di vivere
secondo le proprie leggi, le proprie idee e la propria religione. Un
caso di condanna a morte può indignare per l’offesa che essa comporta
ad ogni essere umano ma non può diventare come temiamo, l’ennesimo
pretesto per denigrare un paese “scomodo”; scomodo per le idee che
vanno contro ad alcuni interessi particolari. I contrasti ideologici
vanno affrontati con la politica e la diplomazia e non con le bombe se
è davvero questo che si cerca, cioè il dialogo e non invece, come
temiamo, si persegue un preciso progetto che non è tanto
interessato alle risorse economiche quanto piuttosto all’interesse
strategico-militare che riveste lo spazio occupato dall’Iran e in cui
fine ultimo non è soltanto il controllo del Medio oriente ma
soprattutto della Cina.
Tornando , infine , alla pena di morte vale ribadire che ogni
lotta è utile per salvare una vita umana e quindi anche per
Sakineh ma ad una condizione: che si parli anche di quelle decine e
decine di persone ancora detenute nei vari bracci della morte in
attesa di essere giustiziate ( fra l’altro negli USA fino al 2005
venivano giustiziati anche detenuti per delitti compiuti durante
l’adolescenza) e precisamente nei seguenti stati e nei seguenti modi:
Alabama: iniezione letale
Arizona: camera a gas, iniezione letale
Arkansas: iniezione letale, sedia elettrica
California , camera a gas, iniezione letale
Colorado: iniezione letale
Connecticut:iniezione letale
Delaware: iniezione letale
Florida:iniezione letale, sedia elettrica
Georgia, Idawo, Illinois, Indiana, Kansas: idem
Kentucky e Lousiana: iniezione e sedia elettrica
Maryland, Mississippi, Missouri: camera a gas, iniezione
Montana, New hampshire: iniezione o impiccagione
Nebraska: sedia elettrica
New Mexico, New york: iniezione
North Carolina: camera a gas
Ohio: iniezione
Oklohoma: camera a gas, iniezione, sedia elettrica
Oregon e Pennsylvania: iniezione letale.
Perché diversamente è difficile, molto difficile credere che un
solo caso come se fosse l’unico, possa indignare laddove, invece,
per tutti gli altri nessuno o quasi manifesta il minimo dissenso…
Tecla Squillaci
stairwayto_heaven@libero.it