È di estrema
attualità parlare di meritocrazia legata agli scatti stipendiali dei
docenti.È di questi giorni la notizia della presentazione di progetti
sperimentali per la valutazione delle competenze didattiche e
deontologiche degli insegnanti. Queste sperimentazioni saranno avviate
in due città importanti come Napoli e Torino. Le domande che mi sono
subito posto, a cui ho voluto dare un'attenta risposta, sono tre. La
prima domanda, che mi è nata spontanea, è stata la seguente: “Chi sarà
a valutare l'operato dei docenti di una scuola?”
La seconda domanda, seconda solo per ordine di pensiero ma non per
importanza, è :”In che modo e con quali criteri valutativi sarà
valutato il docente?”
Anche la terza domanda, non meno importante delle precedenti, è la
seguente:”Quali effetti avrà la valutazione sotto l'aspetto
giuridico-amministrativo?”
Sono domande di non poco conto, che non possono essere lasciate al caso
o all'improvvisazione organizzativa di talune scuole, sono domande che
meritano risposte chiare e precise, anche perchè toccano la sensibilità
di persone, che hanno dedicato la loro vita alla cultura per la cultura.
Da alcuni incontri seminariali da me seguiti, in cui hanno partecipato
relatori di valore, mi sono dato tre risposte, che poi hanno
generato altre domande.
Alla domanda chi sarà a valutare l'operato dei docenti di una scuola, è
stata data la seguente risposta: “sarà costituito un comitato di
valutazione dei docenti, formato dal Dirigente Scolastico, da due
docenti votati dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio
d'Istituto, che parteciperà come osservatore”.
A questa risposta, mi viene da fare qualche piccola, ma spero sensata,
obiezione (considerazione):
1. Chi valuterà i docenti votati dal collegio (magari non
all'unanimità) e che quindi faranno parte del comitato di valutazione?
Se fossero loro stessi si configurerebbe un conflitto d'interessi.
Dimenticavo che siamo il paese del conflitto d'interesse!
2. Chi vive la scuola sa benissimo che gli uffici di dirigenza sono
luoghi di pettegolezzo dove si parla o si sparla di quello o
quell'altro docente, per cui il giudizio di valutazione potrebbe essere
inquinato da presunti preconcetti.
3. Una valutazione così delicata, che tocca una sfera così importante
per un professionista della scuola, dovrebbe essere fatta da comitati
esterni che di professione fanno i valutatori.
Alla domanda In che modo e con quali criteri valutativi sarà
valutato il docente, è stata data la seguente risposta: “sarà data
importanza al curriculum vitae e sarà stilato un documento di
valutazione che terrà conto del giudizio, che danno del docente
studenti e famiglie”.
Anche a questa risposta, mi viene da fare qualche sottile, ma spero
sensata, obiezione (considerazione):
1. Conosco docenti che hanno competenze informatiche certificate e poi
in realtà non sanno fare uso delle nuove tecnologie, nemmeno quelle più
semplici. Avendo fatto per anni il valutatore, il facilitatore ed il
tutor nei PON e POR, so anche che nei curriculum vitae ci sono titoli
(anche certificati) fasulli.
2. Esistono anche laureati (vedi l'ultimo scandalo della facoltà di
architettura di Reggio Calabria, ma non è l'unico) che non hanno alcuna
competenza reale rispetto alle lauree certificate possedute.
3. Non dobbiamo mai scordare, sottolineo mai scordare , la grave crisi
etica in cui versa il nostro paese, prima di considerare come oro
colato quello che viene certificato.
4. Il giudizio di studenti e famiglie, pur essendo molto importante,
può diventare coercitivo per ricattare un docente. Lo dice una persona
che ha sempre avuto un ottimo rapporto con studenti e famiglie.
Alla domanda Quali effetti avrà la valutazione sotto l'aspetto
giuridico-amministrativo
è stata data la seguente risposta: “Chi sarà valutato positivamente
avrà riconoscimenti economici evidenti, ma anche tutele di carattere
giuridico amministrativo. In altri termini la valutazione del docente
si rifletterà sostanzialmente per esempio sulle graduatorie d' istituto
per individuare i soprannumerari oppure sull'individuazione del docente
responsabile di attività extra-curriculari (progetti, funzioni
strumentali, ecc....)
Anche a questa risposta, mi viene da fare qualche sottile, ma spero
sensata, obiezione (considerazione):
1. Sarebbe opportuno bilanciare gli aspetti di meritocrazia con altri
aspetti giuridico- amministrativi, che hanno anche la loro importanza.
2. Bisogna fare attenzione a non concentrare su poche persone, il
lavoro di organizzazione e funzionamento scolastico, cercando di far
partecipare a tale concorso più professionalità possibili.
Ci tengo a dire che personalmente sono molto favorevole ad un
meccanismo di avanzamento di carriera dei docenti per
meritocrazia, per questo motivo le mie considerazioni non sono
provocatorie, ma pongono, scusate il bisticcio di parole, una questione
di merito.
Temo che senza un'attenzione alle questioni che ho posto, si corra il
rischio di far avanzare in carriera non i più meritevoli, ma i più
furbi, quelli più “amici” dei Dirigenti Scolastici o più sottomessi al
loro volere, perdendo l'occasione di gratificare i più competenti, che
di solito hanno la schiena dritta.
Lucio Ficara
redazione@aetnanet.org