Negli ambienti vicini al Colle ormai circolava con insistenza, sin dalle primo ore di oggi 3 dicembre, la voce circa l’imminenza della firma. Sono state smentite tutte le illazioni circa eventuali, quanto inesistenti, profili di incostituzionalità propalati ad arte da quanti interessati al blocco del provvedimento. Giammai erano trapelati infatti indiscrezioni dal Quirinale che potessero avallare simili aspettative, diffuse da sedicenti comitati improvvisati alla bisogna, con appelli patetici e sgangherati per tirare la giacchetta al presidente della Repubblica.
Un forte pressing, indotto da tutte le forze politiche e parlamentari e non solo che avevano in tempi rapidi per quanto compatibili con le lunghe procedure istituzionali di un iter legislativo che nonostante tutto aveva richiesto momenti di approfondimento e di analisi, aveva prodotto il risultato di porre all’attenzione dello staff presidenziale l’urgenza di firmare per bloccare una procedura parallela di reiterazione delle prove, prevista per il 13 e 14 dicembre, che certamente rischiava di mettere in ridicolo le istituzioni in una competizione assurda tra sordi.
Il sindacato dirpresidi, forte della sua caratterizzazione di sindacato di categoria dei dirigenti senza condizionamenti da parte di altre categorie che avevano invece provocato forti resistenze all’interno di altre organizzazioni caratterizzate per la loro platea generalista, ha potuto invece, riuscendo in pieno nel suo obiettivo, sponsorizzare e affiancare la lotta del coordinamento dei 416 che in tre anni avevano tentato spesso senza successo anche la strada giudiziaria; strada rivelatasi però irta di ostacoli e di diffidenza per la presenza nell’isola del CGA che aveva preso sin dall’inizio una piega netta e incomprensibile di ingiusta penalizzazione a sfavore dei 416 presidi.
Ciò nonostante la giurisprudenza, consolidata nel resto d’Italia, avesse sempre tenuto e avuto pronunciamenti opposti rispetto a quello del CGA Sicilia che si è sempre espresso in solitudine, arrecando un pregiudizio alla scuola Siciliana, senza alcun valido motivo di natura giuridica; e intendiamo riferirci alla giurisprudenza consolidata che esclude l’estensione "erga omnes" di un pronunciamento che invece andava ristretto e limitato solo a favore di due ricorrenti.
Come abbiano potuto due ricorrenti mettere in fibrillazione tutta la scuola siciliana per tre anni, adoprando la scia indotta dal CGA è un mistero che nei prossimi anni disveleremo e valuteremo.
Ora, con il clima rasserenato, si apre la possibilità per il MIUR di emanare il bando del concorso ordinario al quale possono accedere tutti i ricorrenti in aggiunta alla possibilità offerta dalle legge appena approvata.
Auspichiamo che cessi la materia del contendere e ciascuno guardi in avanti senza recriminazioni o desideri di vendetta, perché non c’è niente da vendicare bensì solo da ricostruire tutti, sulla macerie e sui calcinacci caduti in questi tre anni, un'immagine postiva della scuola siciliana.
Vigileremo comunque a ché la legge venga pubblicata subito in Gazzetta Ufficiale e a ché l’USR Sicilia revochi subito i provvedimenti assurdi di reiterazione per il 13 e 14 dicembre delle prove scritte, dichiarando decaduto l’infausto compito del commissari ad acta che aveva espropriato le prerogative dell’USR e dell’amministrazione periferica e centrale del MIUR con una invasione di campo dai profili istituzionali inquietanti.
Si proceda altresì celermente al rifacimento delle prove per come previsto dalla nuova legge senza infingimenti e con lealtà