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La Cisl non sottolinea infatti che intanto il Miur prima licenzia, al raggiungimento dei 40 anni, e poi deve essere il docente a chiedere di rimanere altri due anni per avere il suo, quello che gli spetta per diritto, ma che gli è stato tolto con una operazione proditoria senza precedenti. Se non sono costretti formalmente a rimanere, lo sono moralmente e sull'unghia economica, anche perchè lascerebbero qualche centinaia di euro al mese nelle casse del ministero del tesoro che poi magari li gira per pagare le quote latte degli allevatori del Nord. Non capiamo dove stia la vittoria sbandierata dalla Cisl, né dove si acquatterebbe il meritevole sguardo del Miur sui docenti. Riepiloghiamo e andiamo per gradi:
1) ai docenti è stato congelato per due anni, e per legge, lo scatto di anzianità;
2) lo otterranno solo se i risparmi di spesa lo consentiranno e comunque ci vorrà un decreto congiunto di Gelmini e Tremonti per renderlo operativo, ma condizionato dai soldi disponibili dai risparmi;
3) il Miur ha concesso, (elargizione reale sul tipo delle grazie feudali) a chi costringe (per legge) ad andare in pensione per i raggiunti limiti di 40 anni di servizio, di rimanere ancora al lavoro al fine proprio di riconquistarsi i suoi scatti i cui benefici invece sono stati prorogati di due anni ma di cui avrebbe avuto diritto, perchè sono un suo diritto proditoriamente tolto.
Non è forse così? E allora dove starebbe il falso, lo squallore della notizia, la sciocchezza? L'impressione è che la Cisl voglia a tutti i costi difendere, più che i lavoratori, il Miur il quale cammina come un buldozer sopra i diritti dei docenti e del personale della scuola, senza domandarsi che fine faranno i precari, quelli che sono stati sfruttati dallo Stato per anni, e i perdenti posto; senza chiedersi il motivo di tanto accanimento contro i professori ai quali viene pure congelato il contratto di lavoro sulla cui operazione la Cisl è stata d'accordo: o no?
Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org