Approda e si moltiplica
sul web la rabbia degli insegnanti e dei cittadini dopo le parole di
Silvio Berlusconi sulla scuola pubblica. Nei giorni scorsi il
presidente del Consiglio ha sottolineato che i genitori devono essere
liberi di scegliere dove mandare i propri figli, soprattutto se si
parla di scuola privata. Anche perché in quella statale "gli insegnanti
inculcano idee diverse da quelle che vengono trasmesse nelle famiglie".
Immediate le reazioni politiche e non e ora viene preso d'assalto il
web con Facebook, neanche a dirlo, protagonista del coro di critiche.
Sul social network fioccano le pagine create a difesa della scuola
pubblica come questa: "Tutti devono sapere - la scuola pubblica sta
morendo".
Sul gruppo c'è ad esempio Filippo Bosco, che si domanda: "Non so
se fanno più paura le parole del premier o gli applausi dei
'cristiano-riformisti'! Mi chiedo quale Vangelo abbiano letto...". Da
Emanuela Pulvirenti, insegnante, parte un "piccolo suggerimento ai
colleghi per le adozioni dei libri: Boicottate tutti i testi scolastici
del gruppo Mondadori!!! Ecco il link del volantino (...)". C'è poi chi,
come 'Euristeo Precario... Sposerò la Carfagna', ricorda: "La scuola
pubblica esiste da 150 anni, la Gelmini ha impiegato 150 giorni per
distruggerla".
Su 'No ai finanziamenti alle scuole private: soldi alla Scuola
Pubblica', Beppe Capici non nasconde una certa amarezza: "Stiamo
tornando indietro nel tempo, dove solo i ricchi avevano il diritto allo
studio, le dichiarazioni del dittatore 'Berlusconi' sulla scuola
pubblica sono scioccanti. Mandiamoli a casa". Grace Bartolo, invece,
coglie un particolare importante, un particolare tecnico: "...se la
scuola è 'd'obbligo', almeno fino all'età di 16 anni, dev'essere
pubblica altrimenti che scuola d'obbligo sarebbe, la privata può anche
non esistere, è una scelta del genitore che, se vorrà una scuola
privata per il proprio figlio, dovrà contribuire pagando la scelta
fatta". Di poche ma incisive parole Marina Spila: "Insegno nella scuola
pubblica e ritengo che sia l'unica ad offrire pari opportunità a tutti
i bambini".
Oltre seicento persone, invece, hanno già firmato la petizione online
(http://www.petizionionline.it/petizione/parole-di-uninsegnante-della-scuola-pubblica-per-berlusconi/3552)
legata ad una lettera inviata da una insegnante della scuola pubblica
al presidente del Consiglio. L'insegnante, Monica Fontanelli, nella
parte finale della missiva chiede a Berlusconi: "Rispetti il lavoro di
chi, per poco piu' di mille euro al mese, fa di tutto per dare ai
giovani di questo Paese cultura, dignità, consapevolezza e onestà".
(www.dire.it)
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