Sono una
maestra e insegno al tempo pieno di Asciano Pisano; siccome in un Paese
civile quando un ministro dice falsità deve poi dimettersi, avendo
perso la fiducia dei cittadini, ritengo sensato chiedere le dimissioni
della ministra Gelmini che in una trasmissione televisiva molto seguita
come quella di Fazio ha pubblicamente dichiarato molte cose non vere.
Non mi soffermo sulla madre di tutte le bugie, e cioè il chiamare
“riforma” una operazione di tagli e impoverimento della scuola statale
(meno otto miliardi di euro in tre anni); mi preme di più sottolineare
l’offensiva faciloneria riservata alla questione degli insegnanti di
sostegno alle classi con bambini certificati portatori di problemi
fisici o psichici.
Gelmini ha detto che gli insegnanti di sostegno sono abbastanza, e non
è vero, basta vivere nella scuola per rendersene
conto.
Gelmini ha detto che sono mal distribuiti e ha insinuato che qualche
famiglia chiede il sostegno anche quando non ce n’è bisogno: questo è
un rovesciamento totale della verità, primo per l’iter che si deve
seguire per la certificazione, secondo perché moltissime famiglie, al
contrario, non accettano l’idea che i propri figli siano bisognosi di
aiuto, temono l’etichetta della certificazione e quindi non chiedono il
sostegno, anche quando ce ne sarebbe bisogno. Qualsiasi insegnante
incontra nel suo cammino più bambini e bambine che avrebbero dovuto
essere certificati (tra l’altro tutta una serie di disturbi
dell’apprendimento potrebbero essere ridotti se seguiti bene e per
tempo).
Gelmini ha detto che ha tagliato gli sprechi: ora, definire sprechi
oltre 130.000 posti di lavoro in meno in tre anni, di cui 20.000
previsti per il prossimo anno, come neanche il peggior tagliatore di
teste di una multinazionale si sognerebbe di fare, è sicuramente
travisare la verità.
La perdita di questi insegnanti si è ottenuta con la perdita di
migliaia di ore di lezione in tutti gli ordini di scuola, con la
perdita di compresenze nella scuola primaria, l’uccisione del modulo e
della possibilità di recupero per gli alunni più svantaggiati, la
diminuizione di tempo prolungato e tempo pieno, l’impoverimento
dell’offerta formativa, la coercizione di bambini e ragazzi in aule
sempre più affollate, la fine di ogni tentativo di didattica
laboratoriale, la condanna del precariato a vita per migliaia di
persone e, alla faccia della modernità, l’abolizione degli insegnanti
specialisti di inglese.
Gelmini ha parlato anche dell’edilizia scolastica, come se fossero in
corso grandi investimenti: ma cosa ci si fa con un miliardo a fronte di
2400 scuole con il tetto di amianto da bonificare (tra cui anche la
mia) e migliaia di edifici vetusti e con problemi strutturali cui viene
ridotta anche l’ordinaria manutenzione? Infine, la meno importante
delle bugie, quella sul blocco degli scatti di anzianità, che gli
insegnanti subiscono come tutti i pubblici dipendenti (da
ScuolaOggi)
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