C’è oggi nel
nostro Paese, in dimensioni decisamente maggiori rispetto agli altri
paesi, una vera e propria emergenza educativa,sociale, culturale e
occupazionale che riguarda i giovani e il loro futuro. Lavoro, sapere e
diritti devono tornare al centro delle scelte strategiche per
restituire fiducia e futuro al paese. Nei prossimi dieci anni l’Unione
europea è impegnata a raggiungere alcuni obiettivi essenziali:
triplicare gli investimenti nella ricerca, raggiungere il 40% dei
laureati nella fascia di età 30-34 anni, dimezzare la dispersione
scolastica e migliorare gli esiti di apprendimento, raddoppiare il
numero degli adulti in formazione, raggiungere il 33% di bambini nei
servizi educativi per l’infanzia. Fino ad oggi il nostro paese non ha
superato il gap negli investimenti in conoscenza che lo divide
dai paesi più sviluppati e non ha realizzato riforme utili a
innalzare i livelli di inclusione e la qualità dei sistemi della
conoscenza.
Si è così prodotto un epocale disinvestimento, economico e
politico, nei sistemi di istruzione, formazione e ricerca che
acuisce la divisione dei cittadinisulla base delle disponibilità
economiche, dell’appartenenza sociale, culturale, etnica e territoriale.
In questo quadro i sistemi pubblici rischianodi assumere una funzione
residuale: istruzione e formazione pubblica per coloro che non
possono permettersi percorsi di qualità a pagamento e ricercatori
costretti a trovare occupazione all’estero.
Tutto ciò sta allontanando l’Italia da quei paesi che, con
lungimiranza, considerano, invece, la conoscenza l’elemento su cui
puntare per uscire dalla crisi.
E’ necessario arrestare questa china, aumentando gli investimenti in
istruzione, formazione e ricerca, adeguandoli velocemente agli standard
europei. Il sapere è, infatti, volano decisivo per affermare un nuovo
modello di sviluppo, alternativo alle logiche neo liberiste fino ad
oggi egemoni.
Siamo sottoposti a una sollecitazione cognitiva inedita: la
straordinaria crescita delle conoscenze e la velocità del loro continuo
cambiamento implicano una profonda rivisitazione dei sistemi della
conoscenza e una profonda riconversione dei sistemi produttivi. Oggi,
infatti, le prospettive di sviluppo si giocano sull’attivazione di un
circolo virtuoso tra potenziamento della ricerca, innalzamento dei
livelli di istruzione e formazione della popolazione, riposizionamento
dei sistemi produttivi in direzione dell’innovazione, della qualità e
della sostenibilità. Istruzione, formazione e ricerca assumono,quindi,
un ruolo decisivo all’interno di un moderno concetto di cittadinanza e
di programmazione economica e, in questa prospettiva, il lavoro
cognitivo riacquista senso, dignità e valore.
I valori fondamentali della Costituzione devono guidare le necessarie
riforme dei sistemi della conoscenza: il sapere come diritto essenziale
per l’esercizio della cittadinanza attiva, la scuola pubblica come
fattore primario di inclusione e di mobilità sociale, la libertà di
insegnamento e di ricerca, la laicità sono i punti di riferimento delle
trasformazioni da realizzare.
La conoscenza, in quanto bene comune, deve costituire la base del
progetto di rinnovamento sociale e di ricostruzione democratica ed
etica del nostro Paese. Occorre fare spazio alle nuove generazioni
ed è necessaria la “ripubblicizzazione” dei sistemi della conoscenza.
Ripubblicizzazione intesa come riappropriazione collettiva dei
processi formativi e come nuova assunzione condivisa di responsabilità
da parte dell’intera comunità e di tutti i soggetti che vivono la
scuola, l’Università e gli enti di ricerca.
Democrazia, partecipazione, rispetto della persona, delle differenze e
comprensione dell’altro sono valori che vanno riaffermati e
trasmessi alle future generazioni, per costruire “un mondo migliore di
quello che abbiamo trovato”.
Per questo occorre ridefinire finalità, ruolo e funzioni
dei sistemi pubblici della conoscenza, attualizzandone la funzione
sociale nell’ottica della costruzione di un nuovo modello di sviluppo
fondato sulla solidarietà e giustizia e sulla sostenibilità ambientale.
Il ruolo delle istituzioni della conoscenza oggi si gioca sul terreno
della cittadinanza, sulla capacità cioèdi formare persone in grado di
governare la propria vita, educando ai valori condivisi, alla
legalità ed alla consapevolezza dei propri diritti.E’ dunquecompito
prioritario dei processi educativi,da un lato,formare mentalità
critiche, capaci di risolvere problemi, abituando al dubbio,
all’imprevisto, alla curiosità; dall’altro, educare ad un
pensiero razionale e scientifico, individuando i saperi di cittadinanza
indispensabili per vivere, lavorare, continuare a studiare.
Ne deriva che è necessario: 1. sapere di più e meglio in ogni fase
della vita; 2. ripensare al sapere che serve; 3. riorganizzare
profondamente i percorsi di istruzione, formazione e ricerca ed i
sistemi di valutazione ad essi collegati.
L’apprendimento permanente, inteso come capacità ed effettiva
possibilità di apprendere lungo tutto il corso della vita, deve
costituire la strategia delle trasformazioni dei sistemi formativi del
nostro paese. E’ indispensabile, pertanto, garantire l’effettiva
possibilità di partecipare, in tutte le età ad attività formative
(lifelong learning) rispondenti all’insieme delle esigenze di vita
delle persone (lifewide learning).
Occorre costruire un nuovo sistema di welfare universale in grado
di assicurare sia il diritto allo studio e l'accesso ai saperi,
rimuovendo le disuguaglianze economiche e sociali di partenza, sia la
continuità del reddito come fondamento dell'autonomia sociale per il
superamento della precarietà lavorativa ed esistenziale delle giovani
generazioni. Occorre, perciò: 1. definire i livelli essenziali
delle prestazioni, non riducibili a standard minimi di servizio; 2.
garantire l'accesso ai saperi su tutto il territorio nazionale,
all'interno e all'esterno dei luoghi formali della formazione; 3.
individuare strumenti universali di welfare che promuovano opportunità,
scelte, spazi di cittadinanza, autodeterminazione e libertà, superando
gli attuali modelli di tipo prevalentemente familistico e risarcitorio.
Il superamento di ogni forma di precarietà è presupposto per la reale
garanzia della libertà di insegnamento e di ricerca edè fattore
decisivo per la qualità dei sistemi, unitamente all’autonomia sociale,
alle retribuzioni adeguate e alla certezza dei diritti del lavoro.
La conoscenza è strumento fondamentale per la crescita personale,
il superamento delle disuguaglianze e la qualificazione del
modello di sviluppo del paese.
Ridare futuro, speranza e fiducia al paese (come indica l’ultimo
Rapporto Censis) è la priorità.
La conoscenza è lo strumento per farlo.
Sulla base di questo Documento, i soggetti firmatari, a partire dalla
complessità e dalla ricchezza delle proprie differenze, si
impegnano ad aprire un dibattito pubblico verso gli Stati Generali
della conoscenza.
Si costituisce, pertanto, il Comitato promotore per gli Stati Generali
della Conoscenza che, facendo forza sulla parte viva del paese e sui
giovani scesi in piazza per difendere il loro futuro, rimane aperto ad
adesioni e contributi alla discussione da parte di realtà associative,
esperienze di movimento ed iniziative pubbliche, con l’obiettivo di
definire proposte di rilancio e innovazione dei sistemi di
istruzione, formazione e ricerca.
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ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani), AGENQUADRI
(Associazione di rappresentanza di quadri, professionisti ed alte
professionalità), AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), ARCI,
ARCI RAGAZZI, AUSER, CGD (Coordinamento Genitori Democratici), CGIL,
CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), Conpass
(Coordinamento nazionale dei professori associati), CIP (Comitato
Insegnanti Precari), EDAFORUM (Forum permanente per l'educazione degli
adulti), FLC CGIL, FNISM (Federazione nazionale degli Insegnanti),
Fondazione Di Vittorio, LEGAMBIENTE, LEGAMBIENTE Scuola e Formazione,
LEND (Lingua e Nuova Didattica), LIBERA, LINK Coordinamento
Universitario, MCE (Movimento di Cooperazione Educativa), MIEAC
(Movimento di impegno educativo di azione cattolica), MSAC (Movimento
Studenti di Azione Cattolica), PROTEO Fare Sapere, RETE DEGLI STUDENTI,
RETE DELLA CONOSCENZA, RETE 29 APRILE, TAVOLA DELLA PACE, SPI CGIL
(Sindacato Pensionati Italiani CGIL), UNIONE DEGLI STUDENTI, UDU
(Unione Degli Universitari), Vol.un.t.a.s. (Volontari Under
18-Transumanze Attive e Solidali). (da Flc-Cgil)
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