Il
caso della Lombardia è emblematico: la Regione è passata da una media
di 750 alunni/istituto nel 2000 agli 880 di quest'anno. E 320 posti
vacanti da preside sono andati in reggenza. Per il responsabile Anci
lombarda bisogna fermare questa tendenza: nel prossimo anno sono
previste 13mila presenze scolastiche in più.
Anche i Comuni cominciano a farsi sentire nei confronti delle
istituzioni per gli effetti dei tagli alla scuola. Significativo, in
questo senso, è l’iniziativa di Pierfranco Maffè, presidente del
dipartimento Pubblica Istruzione di Anci Lombardia, di inviare una
lettera al ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, al direttore
dell'ufficio scolastico della Lombardia Giuseppe Colosio, al presidente
di Anci Chiamparino e alla Regione
Lombardia.
"Con i tagli apportati al personale scolastico – scrive Maffè - i
Comuni lombardi incontreranno enormi difficoltà nella programmazione
2011/12, soprattutto nelle realtà di minore dimensione demografica o
situate in area montana e disagiata". Nella sua lettera, il presidente
lombardo ricorda che nella sua Regione è da 10 anni che si porta avanti
un percorso di razionalizzazione degli istituti scolastici, al punto
che la regione è passata da una media di 750 alunni/istituto nel 2000
agli 880 di quest'anno, con un massimo stabilito per legge a 900 unità.
"E per il prossimo anno – sottolinea - sono previste in Lombardia
13mila presenze scolastiche in più, che rischiano di far uscire la
Lombardia dai limiti normativi. E' difficile pensare Regioni come la
Lombardia che possano procedere ad ulteriori ridimensionamenti, essendo
ormai prossime al limite massimo previsto dalle norme e avendo
provveduto per tempo alla razionalizzazione, senza aspettare il piano
programmatico del triennio 2009/12. Chiediamo allora - conclude Maffè -
che siano quantificati e pubblicati i risparmi conseguiti in questi
anni, con l'accorpamento degli istituti e con l'assegnazione delle
reggenze sui 320 posti vacanti di dirigente scolastico in Lombardia,
che nel prossimo anno scolastico raggiungeranno quota 500".
In attesa della risposta dell’Usr lombardo, è innegabile che un
assottigliamento così importante dell’offerta complessiva nazionale,
attraverso la riduzione di personale, sedi ed incentivi individuali,
non può passare inosservata. E senza conseguenze, purtroppo negative,
per la popolazione scolastica. (da Tecnica della Scuola di A.G. )
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