Il
Presidente della Repubblica il 6 luglio ha firmato il decreto-legge n.
98 - cd. Manovra correttiva – che, con insolito tempismo, nella stessa
giornata, non solo è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale della
Repubblica italiana ma, con la pubblicazione, è anche entrato
immediatamente in vigore.
Come spiegare tanta fretta?
In realtà, tra le varie disposizioni che in tema di entrate sono
contenute nel decreto, ve n’è una in particolare che, per la prima
volta, introduce l’imposizione del pagamento di un contributo unificato
per tutte le vertenze in materia di lavoro (oltre che di previdenza) .
A quest’obbligo di spese legali dovranno pertanto sottoporsi anche i
numerosissimi precari del pubblico impiego e, in particolare di tutti i
comparti della conoscenza, se, avendo alle spalle almeno tre anni di
precariato, vorranno chiedere giustizia in materia di lavoro per
ottenere la stabilizzazione. Per capire l’entità del fenomeno si
consideri che, nel solo comparto della scuola, sono diverse
decine di migliaia ( stimabili in 40.000 circa) i ricorsi per la
stabilizzazione in via di deposito presso i tribunali ordinari: e
infatti, nella provincia di Bari, la sola FLC CGIL ne ha raccolti
circa 400!
Ma cosa accadrà ora?
I ricorrenti saranno ora obbligati a pagare un contributo, non
inferiore a € 103 (ma che potrebbe raggiungere, in base al
reddito e al valore del ricorso somme fino a 500 euro); tale contributo
deve essere pagato per ciascun ricorso all’atto del suo deposito in
Tribunale dandone attestazione nella nota di iscrizione a ruolo. E
così, ora, decine di migliaia di precari dovranno essere ricontattati
per il versamento di un contributo vessatorio ed iniquo: anche questa
volta il governo ha preferito battere cassa a danno di chi, socialmente
è più in difficoltà!
Ecco così spiegate le ragioni di tanta fretta!
Tremonti si è mosso semplicemente spinto dal bisogno di scoraggiare le
decine di migliaia di ricorrenti inibendo il loro diritto a muovere
causa contro l’amministrazione scolastica che è il loro datore di
lavoro! Si tratta solo dell’ ennesimo attentato ai diritti dei più
deboli, dei precari che vogliono rivendicare un posto di lavoro
illegittimamente sottratto a causa dei tagli della Gelmini.
Ma il provvedimento rappresenta anche un duro colpo al Sindacato che,
organizzando la tutela dei diritti di migliaia di lavoratori,
incontrerà ulteriori resistenze visto che, anche i ricorsi per
comportamento antisindacale saranno soggetti al pagamento di spese
ingiuste ed inique!
Per noi si tratta di una disposizione anticostituzionale sulla quale
vogliamo esprimere il nostro dissenso con un presidio di protesta per
la mattina di venerdì 15 luglio, in cui la FLC CGIL Bari sarà insieme
alla Camera del Lavoro di Bari per manifestare davanti alla
Prefettura contro l’iniquità di una manovra che non solo
introduce nuove gabelle, ma le impone esclusivamente a danno dei meno
abbienti.
Claudio Menga
Segr. Gen. FLC CGIL Bari
http://flcbari.blogspot.com/2011/07/la-giustizia-per-chi-se-la-puo.html