Un'estate gelata che
però preannuncia un autunno caldo.
Il 22 ottobre la FLC, la FP e la CGIL hanno convocato una
manifestazione nazionale che riporti al centro dell'attenzione il
lavoro pubblico e lo stato dei servizi. La ripresa delle attività
scolastiche e accademiche dopo la pausa estiva sarà densa di
avvenimenti. I lavoratori della scuola, dell'università, dell'AFAM e
della ricerca faranno i conti con l'allungamento del blocco dei
contratti, sancito dalla manovra, fino al 2014, con il blocco di
qualunque progressione stipendiale e di carriera, con quasi nessuna
possibilità di recupero e quindi con effetti anche sul trattamento di
fine rapporto e sulla
pensione.
Il recupero degli scatti di anzianità per il 2010, avvenuto per
la tenacia della FLC CGIL, per il personale della scuola rischia di non
essere possibile nel 2011, stando a quanto certifica la Corte dei
conti, nonostante lo sbandierato ottimismo di qualche sigla sindacale.
Il governo continua a parlare delle mirabilia che realizzerà con i
risparmi ottenuti, ma tutti sanno che ormai c'è poco o niente da
risparmiare. E continua l'opera di smantellamento di rapporti di lavoro
corretti, disciplinati da un contratto nazionale.
Mentre scriviamo si sta consumando l'ultimo ricatto. 67 mila immissioni
in ruolo nella scuola, anche queste frutto di battaglie e di sacrifici
dei precari, delle famiglie e della FLC CGIL, avverranno solo se i
nuovi assunti rinunceranno per 9 anni all'adeguamento dello stipendio
iniziale. Una politica del lavoro punitiva e demotivante che deprime le
persone e penalizza i servizi.
Un ricatto pesante, dunque, perché le immissioni in ruolo, previste nel
cosiddetto decreto sviluppo, sono demandate a un accordo sindacale che
deve certificare che esse avvengano a invarianza di spesa. Ma il
peggioramento di tutto l'impianto contrattuale non trova alcuna
giustificazione nel mantenimento di un tetto di spesa. Che l'obiettivo
del governo sia sempre e solo quello di scardinare il contratto
collettivo come strumento regolatore dei rapporti di lavoro è
confermato dal rifiuto dell'ARAN di accettare, su questa partita delle
immissioni in ruolo, proposte alternative tutte a costo zero.
La FLC ha deciso di sospendere la firma all'intesa-ricatto, ponendo
rigorose condizioni per farlo, facendo proposte alternative. Forse sarà
questo un grado in più della temperatura dell'autunno. Ben vengano le
immissioni in ruolo, tanto attese dai lavoratori e tanto necessarie
alla scuola, ma non si può certo pensare che lo scambio delle
assunzioni contro la cessione dei diritti e della dignità del lavoro
sia indolore. E già vediamo tanti petti pronti ad appiccicarsi
immeritate medagliette.
I lavoratori non hanno l'anello al naso.
Continua anche l'opera di picconamento dell'università, già soffocata
dal taglio del fondo di funzionamento ordinario e dalla impossibile
applicazione della riforma Gelmini arenata nella miriade di decreti
applicativi che produce. Anche qui non mancano le misure punitive.
Ultima in ordine di tempo la proposta di commissariamento degli Atenei
giudicati in dissesto. Il limite del provvedimento proposto è che non
solo non si analizzano le cause (in tanti casi potrebbe trattarsi del
taglio dei trasferimenti statali), ma che, dopo la cura dei commissari,
vengono rimessi in sella i precedenti rettori. Per non parlare poi di
come sono impostati i piani di rientro: insomma dopo avere messo le
università in grado di non lavorare, si da loro il colpo di grazia.
Non abbassare la guardia
Dalla scuola, dall'università, dalla ricerca, dall'AFAM può partire un
messaggio forte e chiaro a chi in questi anni ne ha fatto terreno di
rapina ed estorsione di risorse.
Per ricostruire l'Italia bisogna ripartire proprio dai nostri settori,
ridando fiato al lavoro nella conoscenza e fiducia a quanti credono
ancora che formarsi ed essere istruiti fa bene a se stessi e alla
comunità, che sostenere ricerca e innovazione crea lavoro e sviluppo.
Tutti i lavoratori pubblici saranno chiamati a rinnovare le
rappresentanze di luogo di lavoro, le RSU, a eleggere direttamente la
persona che parlerà per loro e raccoglierà le loro istanze. Sarà un
grande appuntamento democratico, l'occasione per gli stessi sindacati
di rinnovarsi e misurarsi con i problemi quotidiani del lavoro. Che non
sia un'occasione perduta dipenderà davvero dai lavoratori, dalla loro
voglia di riprendersi la parola, di partecipare, di scegliere.
(da Flc-Cgil)
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