Il futuro è a un
passo appena, ma forse troppo lontano: in questi giorni 640 mila
studenti britannici ed europei sono alla caccia dei 450 mila posti
disponibili per l'accesso alle università, e le delusioni sono molte.
In tv compaiono scene di ragazzi che si abbracciano e saltano
giubilanti, oppure lacrime, facce tristi, sconvolte: lo scenario è
quello di un passaggio importante nella vita. Su cento studenti, 27
hanno ottenuto il massimo dei voti al test di ammissione: è un segno
che non viene considerato positivo dagli esperti, perché indica un
"livellamento". L'anno scorso è stato introdotto un asterisco per
indicare - con A* - i ragazzi migliori. Ma oggi le A con asterisco sono
già l'8,2 per cento degli
ammessi.
E quest'anno la speranza di entrare nelle università è diffusa
fra più persone che nel passato per tre elementi, scrive il Financial
Times: il primo è la debolezza del mercato del lavoro fra i giovani,
con la disoccupazione che tocca il 18 per cento fra le persone di 18-24
anni, contro un dato complessivo del 7,9 per cento. E com'è ovvio
l'università tradizionalmente garantisce più possibilità in un mercato
difficile. Il secondo elemento è il baby-boom che raggiunse il massimo
nel 1992, e che oggi porta a contare un numero più alto di giovani
nell'età dell'accesso e quindi di richieste. Il terzo elemento, non
meno importante degli altri due, è il forte aumento delle tasse
universitarie previsto per l'anno venturo: anche chi potrebbe rimandare
preferisce iscriversi quest'anno per risparmiare oltre cinquemila
sterline.
Il massimo dell'interesse è senz'altro nella scienza: matematica,
fisica, biologia, ingegneria e tecnologia sono considerati l'orizzonte
più promettente per gli studenti del Regno Unito. La sola Matematica ha
registrato un aumento del 7,8 per cento fra gli studenti che hanno
ottenuto l'ammissione. Dal 2005 l'aumento totale per la matematica è
pari al 57 per cento, il salto più robusto se si considera che
l'incremento generale del settore scientifico è stato attorno al 17 per
cento, contro un 11 per cento complessivo. Un po' meno lusinghieri i
dati che riguardano la Fisica: secondo Alan Smithers, docente di
Didattica all'università di Buckingham, oggi i voti massimi sono
33mila, contro i 56mila registrati nel 1982.
Secondo Imran Khan, direttore della Campagna per la scienza e
l'ingegneria, c'è un aumento di attenzione verso i soggetti
scientifici, "sempre più importanti per l'economia e per la nostra
società". In diminuzione invece gli studi umanistici: fra tutti, un
declino netto è registrato dall'interesse per la lingua Francese,
mentre il Cinese, prevedibilmente, è in fase di boom. A ottenere il
massimo dei voti nei test per la facoltà di Lingue sono stati 34mila
studenti.
Un tema di polemica è anche la proporzione degli studenti provenienti
da scuole private: lo stesso ministro per l'Università, David Willetts,
ha espresso preoccupazione sul tema. Il punto è che gli studenti delle
scuole pubbliche potrebbero essere spinti a scegliere facoltà diverse
da quelle preferite, proprio per la diversa valutazione di ingresso.
Alla fine, le università saranno comunque costrette a lasciar fuori
anche molti richiedenti che hanno superato i test d'ingresso: l'anno
scorso erano stati 52mila studenti a fare richiesta per i 46mila posti
rimasti dopo la prima selezione, quest'anno, ha detto al "Times" la
responsabile del Servizio di ammissione all'università e al college,
Mary Curnock Cook, saranno 136.500. In pratica, gli studenti idonei ma
esclusi saranno 90mila.
(di Giampaolo Caladanu da la Repubblica)
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